Il Coordinamento di genitori “La Scuola che vogliamo – Scuole diffuse in Puglia” annuncia ricorso al Tar contro l’ordinanza della Regione che ha disposto dal 30 ottobre scorso la chiusura delle scuole pugliesi di ogni ordine e grado e che resterà in vigore fino al 24 novembre, nonostante l’ultimo Dpcm abbia stabilito che anche nelle zone arancioni, come la Puglia, le scuole primarie e secondarie di primo grado restino aperte.

«A seguito della posizione pubblica assunta dal comitato tecnico scientifico nazionale circa gli effetti della didattica a distanza protratta su bambini, preadolescenti ed adolescenti – spiegano in una nota – annunciamo che il nostro coordinamento è al lavoro per inoltrare al Tar ricorso contro l’ordinanza emanata il 28 ottobre scorso dalla Regione Puglia che ha previsto la sospensione della didattica in presenza per le scuole del primo ciclo di Istruzione».

«Sulle scuole il Dpcm dà la possibilità ai presidenti di Regione di poter adottare delle ordinanze particolari in casi specifici. In Puglia e in Campania è quello che è accaduto. Ci sono ordinanze precedenti al Dpcm e non essendo cambiate quelle condizioni i due presidenti di Regione hanno detto che almeno per ora valgono quelle ordinanze. Spero che i dati numerici che hanno portato a chiudere la scuola subiscono nei prossimi giorni una riduzione, in modo da poter riprendere le attività delle scuole di primo e secondo grado». Lo ha detto il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro commentando la decisione di mantenere chiuse le scuole.

In una lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il presidente regionale pugliese dell’Associazione nazionale presidi (Anp), Roberto Romito, chiede che il Governo intervenga per la revoca della ordinanza della Regione Puglia che da fine ottobre ha sospeso la didattica in presenza in tutte le scuole, anche quelle primarie, introducendo misure più restrittive di quelle previste dal nuovo Dpcm per le regioni in zona rossa.

Nella lettera, Romito sottolinea che ieri, dopo la conferenza stampa del premier sul nuovo Dpcm e l’inserimento della Puglia nella fascia arancione delle regioni – dove quindi è prevista la didattica in presenza fino alla terza media – «il nostro governatore ha fatto sapere che la sua ordinanza rimarrà, si, in vigore fino alla scadenza fissata per il 24 di novembre, ma che lui, per “andare incontro alle esigenze formative ed alla volontà delle famiglie che desiderano per i loro figli la didattica in presenza”; è disponibile a richiesta dell’Ufficio Scolastico Regionale, a consentire ai dirigenti degli istituti scolastici di aumentare la quota di didattica in presenza attualmente autorizzata [cioè zero o quasi] fino a soddisfare le richieste delle famiglie e sempre che le condizioni epidemiologiche lo consentano».

«Emiliano – sottolinea ancora Romito – ha precisato anche che ove il Governo nazionale ritenga assolutamente necessaria la riapertura della didattica in presenza secondo le previsioni del DPCM, potrà richiedere espressamente la revoca dell’ordinanza del Presidente della Regione Puglia che la valuterà di intesa col Ministro della Salute».

Romito chiede quindi un intervento urgente del Governo che, in questa situazione di «confusione nell’interpretazione dei ruoli istituzionali e tecnici contenuta negli atti e nelle dichiarazioni del nostro governatore» chiarisca rapidamente anche «poiché il 6 novembre non sapremmo più quale disposizione applicare, dovendo anche far fronte ai genitori dei nostri alunni, giunti anch’essi al limite della umana sopportazione dopo i reiterati annunci e controannunci di misure diverse».