Alfonso Pisicchio sarà ascoltato in Procura, a Bari, nella mattinata di martedì 16 aprile. Sempre ad inizio settimana comparirà davanti al gip anche il fratello Enzo. I due sono stati arrestati e sottoposti ai domiciliari nell’ambito della terza inchiesta che ha colpito Bari e la Puglia in poche settimane, quella relativa a cospicui finanziamenti regionali pilotati a vantaggio di alcune imprese, in cambio di favori (tra cui anche assunzioni di famigliari e militanti politici). Nella stessa inchiesta sono state arrestate altre tre persone: tra loro c’è il broker di Monopoli, Cosimo Napoletano – finito in carcere – presunto autore di polizze fideiussorie false. Ai domiciliari sono finiti anche Francesco Catanese, funzionario del comune di Bari, e l’imprenditore Giovanni Riefoli, originario di Barletta ma residente a Bari, questi ultimi accusati nello specifico di aver pilotato la gara da 5 milioni di euro per la gestione e la riscossione dei tributi comunali. I legali degli indagati, ed in particolare dei Pisicchio, stanno valutando se rispondere o meno alle domande del gip. Nel frattempo l’inchiesta continua a far parlare per certi dettagli, come la presunta rete dei fratelli Pisicchio sugli appalti e le intercettazioni. La gestione clientelare grazie al suo ruolo, all’epoca, di assessore della Giunta Emiliano, e poi ancora il compito di faccendiere del fratello Enzo. Nel mirino anche un appalto di Aeroporti di Puglia per il nuovo sistema informatico aziendale. Bando da oltre 10 milioni di euro datato 2019 e sui aveva messo gli occhi una società di Roma secondo l’accusa legata ai fratelli Pisicchio, la Bv Tech. Quest’ultima aveva infatti assunto il figlio di Alfonso Pisicchio come presunto ringraziamento per alcuni favori ricevuti in precedenti circostanze dall’ex assessore regionale. L’appalto di Aeroporti di Puglia è poi saltato a causa dell’emergenza covid. Ma l’influenza dei Pisicchio si era allargata anche su gare di Acquedotto Pugliese, Puglia Sviluppo e Innovapuglia.