La Procura di Bari ha aperto un’inchiesta sul corteo funebre che ha accompagnato il feretro di Christian Di Gioia, il 27enne barese morto, nella notte tra il 21 ed il 22 giugno in un incidente in moto, nel quartiere Japigia. Le Forze dell’Ordine stanno identificando i protagonisti di una sorta di “inchino”, in stile mafioso, organizzato in occasione dei funerali del ragazzo, quando una lunga carovana di motocicli ha percorso contromano via Papa Giovanni XXIII, sfilando anche davanti al carcere di Bari. Le immagini del serpentone di moto e scooter, riprese con un telefonino, hanno fatto rapidamente il giro dei social, suscitando l’indignazione di molti utenti. A preoccupare è anche l’ondata di odio abbattutasi, a seguito di tutta la vicenda, sui Carabinieri, ritenuti in qualche modo responsabili della morte il 27enne. Secondo una voce, diffusasi sul web, l’incidente sarebbe avvenuto nel corso di un inseguimento dei Carabinieri, dopo che il ragazzo, a bordo di una moto, non si sarebbe fermato ad un posto di blocco. Una versione che, però, è stata subito smentita dalla Polizia Locale di Bari, che ha escluso il coinvolgimento di altri veicoli nel sinistro stradale, sulla cui dinamica sono in corso indagini. Una ricostruzione ampiamente confermata dal Procuratore di Bari, Roberto Rossi.

Negano ogni responsabilità anche i militari dell’Arma che, attraverso il loro sindacato, chiedono risposte in tempi brevi alla magistratura e lanciano la proposta di divulgare sui media una parte delle immagini delle telecamere di sorveglianza, registrate la notte della tragedia. Video che scagionerebbero senza ombra di dubbio i Carabinieri, escludendo il coinvolgimento di qualsiasi mezzo, soprattutto militare, nell’incidente costato la vita a Di Gioia.