“Se il pesce fresco vuoi mangiare, sul gasolio non speculare”. È uno degli slogan che si legge sugli striscioni dei pescatori, da oltre 7 giorni ormai, in protesta contro il caro-benzina. Protesta che continua, dopo le manifestazioni a Manfredonia, Barletta, Trani, Bisceglie, Molfetta, Mola di Bari e Monopoli, anche davanti al porto di Bari. Un centinaio di rappresentati delle delegazioni di quasi tutte le marinerie della Puglia, infatti, si sono date appuntamento davanti al Varco Della Vittoria per chiedere a gran voce una risposta concreta alla Regione e al Governo per una soluzione a una problematica che da troppo tempo sta mettendo a rischio le imprese. Costo del carburante triplicato negli ultimi mesi e il non riuscire a rientrare nei costi dell’attività: questo è quello che lamentano i tanti pescatori che rischiano di spegnere i motori a causa delle elevate spese di gestione.
“Aspettiamo risposte dalla Regione che aveva detto che si sarebbe fatta carico della situazione per darci una mano e permetterci di tornare a mare”, ha spiegato Domenico Carpano, vicepresidente dell’associazione armatori di Manfredonia, la marineria più grande della regione con circa 200 imbarcazioni e pescherecci. Ciò che serve, spiegano i pescatori, è un provvedimento immediato anche con un fermo biologico facoltativo.
È stato chiesto, inoltre, un incontro all’assessore regionale Donato Pentassuglia perché, una cosa è certa, la protesta non si fermerà finché non si prenderanno provvedimenti e non si risolverà una situazione che sta mandando un settore intero alla deriva.