Due nuovi ulivi infetti a Monopoli, un altro nella zona di Polignano: è la prova provata che la xylella non si ferma e, anzi, sta continuando ad avanzare nella provincia di Bari, in una zona finora indenne. A lanciare l’allarme è l’associazione Coldiretti Puglia, che ribadisce la necessità di ridiscutere il recente regolamento comunitario (approvato lo scorso 14 agosto) che ha ridotto a 50 metri, rispetto ai 100 inizialmente previsti, l’area soggetta al taglio obbligatorio attorno alle piante infette, per impedire l’azione degli insetti vettori.

Sono 81 in tutto le nuove piante colpite dal batterio killer scoperte nella regione: oltre ai casi  già citati di Monopoli e Polignano, altri alberi infetti sono stati intercettati nella zona di contenimento tra le province di Brindisi e Taranto. Segnali che confermano il pericoloso propagarsi dei casi nel Tarantino orientale e l’avanzamento della malattia degli ulivi sia in direzione nord, a Monopoli, che nelle province di Bari e Brindisi, verso occidente.

Un scenario senza difesa è inimmaginabile – sostiene Coldiretti Puglia – soprattutto nell’attuale contesto pugliese, dove è determinante l’attività di contenimento della xylella. Lotta al vettore, monitoraggi e campionamenti sono azioni cruciali, per individuare focolai nei primissimi stadi di infezione sulle piante. È quanto stanno facendo, ad esempio, a Barletta, dove è in corso – fanno sapere dal Comune – ad opera dei fitosanitari dell’Arif, l’Agenzia regionale per le attività irrigue forestali, l’attività di monitoraggio disposta dalla Regione per verificare la presenza o meno del batterio. Barletta e la provincia Bat ricadono nella cosiddetta zona “indenne” ma, come dimostrato per i casi nel Barese, non si può abbassare la guardia e le campagne, anche quelle dove non c’è mai stata traccia di xylella, devono essere tutte controllate.