Aveva già pagato il suo debito con la giustizia alcuni anni prima, ma il Tribunale lo aveva condannato nuovamente per lo stesso reato, facendogli scontare per errore cinque mesi in più. Protagonista della “surreale” vicenda giudiziaria è un pregiudicato barese di 48 anni, tornato in libertà dopo che il Tribunale del capoluogo ha accertato l’errore, revocando la condanna per droga nei suoi confronti.
I fatti in questione risalgono al 7 febbraio del 2017, quando l’uomo era stato arrestato in flagranza per la cessione di due dosi di cocaina, al costo di 50 euro. Il giorno successivo era stato processato per direttissima e condannato alla pena di 8 mesi di reclusione e 1.400 euro di multa, con sentenza diventata irrevocabile nel settembre 2018.
Fin qui tutto normale, se non fosse che a distanza di 5 anni, esattamente il 28 marzo 2022, il 48enne era stato condannato ad ulteriori 16 mesi di reclusione e a 2mila euro di multa, questa volta nell’ambito di un processo celebrato con rito ordinario. Una sentenza passata in giudicato nel settembre 2024, e in espiazione dal 22 aprile scorso.
A chiarire l’errore è stato l’avvocato difensore dell’uomo che, a distanza di qualche mese dalla notifica dell’ordine di esecuzione della seconda condanna, si è reso conto che la pena che il suo cliente stava espiando riguardava lo stesso reato per il quale aveva già scontato una pena anni prima.
Nell’incidente di esecuzione dinanzi al Tribunale di Bari, il legale ha quindi chiesto la revoca della seconda condanna per violazione del principio giuridico del “ne bis in idem”, che stabilisce che una persona non può essere giudicata o punita due volte per lo stesso fatto.
Accolta la richiesta, il giudice ha quindi revocato la sentenza, firmando un nuovo ordine, ma questa volta di scarcerazione, dopo cinque mesi scontati dall’uomo per errore agli arresti domiciliari.

























