Nuove riduzioni di pressione idrica su tutta la rete regionale a partire da lunedì 20 ottobre e il rischio, sempre più concreto all’orizzonte, di una turnazione nell’erogazione dell’acqua. È quanto comunica Acquedotto Pugliese nel tentativo di far fronte alla più dura crisi idrica da inizio millennio, cominciata – spiegano – nel gennaio 2024.
I dati parlano chiaro: la disponibilità d’acqua proveniente dalle sorgenti è inferiore al 28% rispetto all’ultimo decennio, le riserve degli invasi sono crollate del 61% e i modelli previsionali fino alla prossima primavera parlano di temperature sopra la media e scarse precipitazioni. Allo stato attuale, l’acqua disponibile è sufficiente a coprire il fabbisogno degli oltre 4 milioni di pugliesi solo fino a gennaio 2026. Inoltre, su queste già risicate risorse gravano i prelievi interregionali di Campania e Basilicata.
Mentre l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale porta il livello di severità idrica al massimo, Acquedotto Pugliese invita ad evitare ogni tipo di spreco e a munirsi di autoclavi con serbatoio di accumulo, strumento ormai fondamentale per ottimizzare l’utilizzo dell’acqua.
Il 2026 alle porte potrebbe rappresentare il terzo anno continuativo di crisi e l’Acquedotto Pugliese sta tentando di far fronte all’emergenza con un piano d’azione che prevede il risanamento e la digitalizzazione delle reti, il riuso e la ricerca di nuove fonti, per esempio attraverso la realizzazione di dissalatori. Strumenti, tuttavia, che saranno validi in futuro, ma oggi, dietro l’angolo, c’è la riduzione di pressione idrica, dopo, la turnazione nell’erogazione dell’acqua. Tutte misure drastiche, ma ampiamente previste dagli esperti in tempi non sospetti.
Nicola di Chio























