
Nessuno stand con la bandiera con la stella di David all’interno della galleria delle Nazioni, tradizionale melting pot fieristico: Israele non parteciperà all’edizione 2025 della Fiera del Levante di Bari, in programma dal 13 al 21 settembre. L’esclusione è stata ufficializzata dall’Ente Fiera che, spiega, ha accettato l’invito formale da parte del Sindaco del capoluogo pugliese Vito Leccese del 1 luglio scorso di non far partecipare Israele a nessuna delle attività istituzionali ed economiche, in quanto, si legge nella Pec inviata all’Ente fiera dall’amministrazione comunale, la presenza israeliana si ritiene non gradita fino a quando “non porrà fine all’intervento militare nella Striscia di Gaza e alla sistematica violazione di diritti umani della popolazione civile”.
Nessuna delegazione, dunque, e nessuna azienda israeliana potrà prendere parte alle attività all’interno del quartiere fieristico come, invece, successo fino allo scorso anno, allineandosi anche alla decisione presa dalla Regione Puglia nello scorso maggio di interrompere ogni tipo di relazione con rappresentanti istituzionali di Tel Aviv. Non in virtù di un legame giuridico, – spiega Gaetano Frulli, presidente della Fiera del Levante-, ma per una comunanza di vedute etiche e politiche, l’Ente Fiera ha espresso da subito una “netta presa di distanza dalle atrocità del genocidio in corso contro il popolo palestinese e ha sostenuto, diventandone promotrice, l’iniziativa per proporre il Premio Nobel per la Pace 2025 ai bambini di Gaza”
Una decisione che ha portato con sé diverse polemiche. Il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha affermato come il “Comune di Bari condotto dalla sinistra e dal pessimo Leccese sia in preda a un attacco di autentico antisemitismo”. “Un grottesco cortocircuito della storia”, ha subito replicato il primo cittadino che spiega come l’esclusione di Israele non ha nulla a che vedere con il popolo israeliano. “È solo un piccolo, doveroso gesto simbolico di protesta nei confronti del governo Netanyahu, responsabile, continua Leccese, della morte di 60mila esseri umani e dell’annientamento per fame di un popolo intero”. “Quanto alle lezioni di tolleranza da un nostalgico del fascismo, ringrazio il senatore Gasparri ma credo di poterne farne a meno”, conclude il sindaco del capoluogo pugliese.























