Un terremoto giudiziario potrebbe far tremare il Comune di Bari. L’effetto del provvedimento firmato dal Prefetto del capoluogo, Francesco Russo, che ha nominato una commissione di accesso a Palazzo di Città, per valutare la possibilità di proporre al Ministero degli Interni lo scioglimento dell’amministrazione per infiltrazioni mafiose. A darne notizia, con un lungo post sulla sua pagina Facebook, è stato il sindaco Antonio Decaro, che ha riferito di aver saputo telefonicamente dal ministro Matteo Piantedosi della nomina della commissione di accesso, finalizzata a verificare l’ipotesi di uno scioglimento.

“Un atto di guerra nei confronti di Bari – lo ha definito il sindaco – che mira a sabotare il corso regolare della vita democratica della città alla vigilia delle elezioni, elezioni che il centrodestra perde da 20 anni”.

Il provvedimento – informa Decaro – segue la richiesta di un gruppo di parlamentari pugliesi di centrodestra, tra i quali due viceministri del Governo, a seguito dell’inchiesta antimafia sui presunti rapporti tra criminalità, affari e politica che, il 26 febbraio scorso, è sfociata in una maxi operazione con l’esecuzione di oltre 100 misure cautelari.

Tra i principali indagati, l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, finito in carcere, con l’accusa di aver raccolto i voti, in occasione delle Comunali del 2019, dai clan Parisi-Palermiti, Montani e Strisciuglio, per far eleggere in consiglio comunale la moglie Maria Carmen Lorusso, attualmente ai domiciliari. La donna venne effettivamente eletta nelle file del centrodestra ma poi passata nella maggioranza di centrosinistra.

Decaro allontana le ombre di un condizionamento dei clan sulle attività del Comune informando di aver consegnato al Prefetto, appena due giorni fa, un voluminoso dossier sulle iniziative contro la mafia svolte negli ultimi anni dalla sua amministrazione. Tuttavia – commenta amaramente il sindaco – vista la rapidità con la quale è giunta la notizia della nomina della Commissione, le carte del fascicolo non le ha lette nessuno.

Intanto con una nota ufficiale, il Ministro dell’Interno ha precisato che il provvedimento si è reso necessario a seguito di un primo monitoraggio disposto dal Viminale circa i fatti emersi a seguito dell’indagine giudiziaria.  Viene sottolineato inoltre che l’accesso ispettivo non è pregiudizialmente finalizzato allo scioglimento del Comune, bensì ad una verifica dell’attività amministrativa, anche a tutela degli stessi amministratori locali che potranno offrire così ogni utile elemento di valutazione.