Iniziano oggi i primi interrogatori di garanzia delle 135 persone arrestate ieri dalla Polizia (110 in carcere e 25 ai domiciliari) indagate – a vario titolo – per scambio elettorale politico-mafioso per le elezioni comunali di Bari del 2019; estorsioni, porto e detenzioni di armi, illecita commercializzazione di stupefacenti, turbata libertà degli incanti, frode in competizioni sportive, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. Davanti al gip Alfredo Ferraro è atteso Tommy Parisi, cantante neomelodico figlio di Savinuccio, capoclan di Japigia, già condannato in primo grado ad otto ani per associazione mafiosa. Secondo l’accusa, nel voto amministrativo di cinque anni fa i clan avrebbero assunto un ruolo operativo. Dietro la promessa di denaro e altre utilità si sarebbero attivati per far eleggere in consiglio comunale Maria Carmen Lorusso, finita ai domiciliari, moglie dell’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, figura centrale dell’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Secondo gli inquirenti, l’avvocato barese avrebbe operato come procacciatore di voti per la moglie rivolgendosi a personaggi collegati al clan Parisi-Palermiti promettendo soldi, assunzioni e regali di varia natura in cambio del sostegno elettorale. Accordi sottobanco con Massimo Parisi, fratello del capoclan Savino, sono contestati anche all’oncologo Vito Lorusso, padre della consigliera comunale Maria Carmen Lorusso, finito anche lui ai domiciliari. Sono diversi gli esponenti delle famiglie Parisi e Palermiti infiltrati nel tessuto politico, economico e sociale della città di Bari coinvolti nella maxi retata della Polizia, insieme a politici e imprenditori locali. Non è stata ancora fissata la data dell’interrogatorio per l’avvocato Giacomo Olivieri, per il quale ieri è scattato il sequestro dell’intero patrimonio nella sua disponibilità, stimato tra i 10 e i 15 milioni di euro.