La Procura di Bari ha disposto una consulenza tecnica sui dispositivi informatici sequestrati a bordo del pontone che era agganciato al “Franco P.”, il rimorchiatore affondato la sera del 18 maggio a largo della costa barese, in acque internazionali.

L’incarico sarà conferito il prossimo 30 maggio dalla pm che sta coordinando le indagini, Luisiana Di Vittorio. Lo stesso giorno sarà conferito al medico legale l’incarico per l’autopsia sui corpi dei tre componenti dell’equipaggio morti nel naufragio: il 65enne Luciano Bigoni e il 58enne Andrea Massimo Loi, entrambi di Ancona, e il 63enne di origini tunisine ma residente a Pescara Jelali Ahmed.

Agli accertamenti tecnici saranno presenti anche i loro familiari, così come quelli dei due marinai molfettesi ancora dispersi: Mauro Mongelli e Sergio Bufo, di 59 e 60 anni. Le ricerche stanno andando avanti ormai da diversi giorni ma senza successo. È sempre più concreta l’ipotesi che i cadaveri si trovino all’interno del relitto, che giace in fondo al mare, a circa 1.000 metri di profondità.

Unico sopravvissuto al disastro, il comandante del rimorchiatore, il 63enne siciliano Giuseppe Petralia, ancora ricoverato presso l’ospedale “Di Venere” di Bari. L’uomo, seguito dall’equipe di Cardiologia, è stato sottoposto ad un intervento di angioplastica e le sue condizioni cliniche sono considerate buone. Appena il suo stato di salute lo consentirà, l’uomo sarà ascoltato dagli inquirenti, in qualità di unico testimone oculare del naufragio.

La Procura barese lo ha iscritto nel registro degli indagati assieme all’armatore del “Franco P.”, Antonio Santini, legale rappresentante della società proprietaria del rimorchiatore, la “Ilma” di Ancona.

I reati ipotizzati, nei loro confronti, sono di cooperazione colposa in naufragio e omicidio colposo plurimo.