Accompagnare coloro che si sono resi responsabili di atti persecutori nei confronti delle donne in un percorso di “rieducazione” con lo scopo di non ripetere mai più quanto fatto. E’ stato firmato il “Protocollo di intesa in materia di atti persecutori e violenza domestica” tra Polizia di Stato di Bari ed il Centro Italiano per la Promozione della Mediazione della Puglia, alla presenza del Questore barese Giuseppe Bisogno ed il Presidente del Centro, l’avvocato Stefania Ciocchetti.

Il Protocollo istituzionalizza un percorso di rieducazione dei destinatari dell’ammonimento da parte del Questore, il quale si impegna ad informare il responsabile degli atti persecutori o di violenza domestica della possibilità di sottoporsi al programma di prevenzione organizzato dai servizi socio-assistenziali del territorio. Il tutto, spiegano dalla sede della firma del Protocollo, ben sapendo che la tutela della vittima non si esaurisce una volta eseguita la condanna o l’allontanamento. Per una sicurezza più ampia serve un rafforzamento dell’attività di natura preventiva, avviando così un colloquio con il soggetto ammonito.

Sono 26 le Questure che hanno aderito al Protocollo in tutta Italia. Tra le 13 che hanno avviato la misura già da qualche tempo è stata effettuata un verifica dei risultati ottenuti e i numeri lasciano ben sperare: solo il 6% dei soggetti ammoniti che hanno intrapreso il percorso di rieducazione si rivelano recidivi, percentuale che scende al 4% per la sola Questura di Milano.

Un fenomeno quella della violenza di genere nelle Province di Bari e Bat che da tempo chiede massima attenzione. Nella sesta provincia pugliese, in particolare, la Polizia di Stato nel primo semestre del 2021 è intervenuta in oltre 120 situazioni di violenza o persecuzione. Dati purtroppo in linea con quelli del 2020. Evidenziati forti miglioramenti nei casi “percosse”, “minacce” e “lesioni dolose”.