Telegram ha bloccato 20 canali attraverso i quali venivano diffuse illecitamente decine di migliaia di copie pirata di giornali, riviste e libri. Lo ha comunicato il gestore dell’applicazione di messaggeria istantanea con una mail firmata ‘Telegrama DMCA’, inviata alla Procura di Bari, dopo che ieri la Gdf ha eseguito il sequestro preventivo d’urgenza di quei canali, ipotizzando i reati – a carico di persone da identificare – di riciclaggio, ricettazione, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, furto e violazione della legge sul diritto d’autore.

Rispetto ai canali individuati dalla Procura, ne manca solo uno, che Telegram comunica di non aver trovato, forse perché già rimosso. Secondo il procuratore aggiunto di Bari Roberto Rossi, che coordina l’inchiesta aperta dopo la denuncia di Fieg e Agcom, questo sistema di pirateria digitale avrebbe causato al settore dell’editoria danni per 670 mila euro al giorno (250 milioni di euro all’anno). Il provvedimento di sequestro è stato notificato a cinque indirizzi mail riconducibili ai rappresentanti legali della società, con sede a Dubai, che gestisce Telegram. Da uno di questi indirizzi è arrivata la risposta in inglese.

Nel testo della mail che Telegram ha inviato alla Procura di Bari sono elencati i venti canali oscurati su richiesta della magistratura barese. Si tratta di «eDiCoLA_luXuRiOsA» con 196.027 utenti, «RIVISTE ITALIANE» (27.171 utenti), «Riviste 24 Edicola» (2.810 utenti), «Riviste Oggi» (7.725 utenti), «solo riviste mensili» (2.859 utenti), «Giornali» (1.643 utenti), “LIBRI UNIVERSITARI PDF» (22.315 utenti), «LIBRI PDF Gratis” (48.104 utenti), «EDICOLA-FREE» (4.052 utenti), «GIORNALI E RIVISTE» (9.539 utenti), «Libri universitari» (9.309 utenti), “EbookDoe» (51.893 utenti), «QUOTIDIANI-LIBRI-RIVISTE ITALIA” (1.199 utenti), «GIORNALI RIVISTE – GRATlS ITALIANE» (24.923 utenti), «Il Giornalaio «Moderno» (21.694 utenti), «LIBRI ITALIA» (7.921 utenti), «GIORNALI ITALIANI» (4.006 utenti), “Quotidiani l@OTInews» (3.188 utenti), «Quotidiani e mensili” (1.636 utenti), «Libri in italiano gratis» (1.049 utenti).

Proseguono le indagini per identificare gli autori dei reati ipotizzati. «L’applicazione Telegram risulta sviluppata dalla Telegram LLC con sede in Dubai, società nota per proteggere i dati e la privacy degli utenti» ha spiegato la Procura e, per questo, «allo stato attuale non sono identificabili gli amministratori dei singoli canali».