Hanno patteggiato pene tra i tre anni e i 16 mesi di reclusione i quattordici imputati, tra i quali il cantante Tommy Parisi, figlio del boss di Japigia, Savinuccio, coinvolti nell’indagine della Dda di Bari su un presunto giro di scommesse online illegali. Sono accusati a vario titolo per i reati di associazione per delinquere, riciclaggio e autoriciclaggio, truffa e reati tributari, raccolta abusiva di scommesse, trasferimento fraudolento di valori e intestazione fittizia di beni con l’aggravante mafiosa.

Tra gli imputati che hanno patteggiato ci sono Vito Martiradonna e i figli Michele e Mariano, accusati di aver creato, tra il 2009 e il 2018, un sistema transnazionale di scommesse illegali online, stringendo accordi anche con gruppi malavitosi in Sicilia, Campania e Calabria. Vito Martiradonna ha patteggiato la pena a due anni di reclusione, i figli rispettivamente a tre anni e a due anni e 8 mesi. L’altro figlio di Martiradonna, Francesco, è stato condannato con il rito abbreviato alla pena di tre anni e 8 mesi di reclusione.

Tommy Parisi, accusato di trasferimento fraudolento di valori con l’aggravante mafiosa, risponde di aver intestato fittiziamente a quattro prestanome altrettanti centri scommesse con sede a Bari e in provincia. Ha patteggiato la pena a un anno e dieci mesi di reclusione (pena sospesa).

C’è anche la barca a vela ‘Black Sam’, a bordo della quale fece il giro del mondo in difesa degli oceani l’ex deputato del Movimento 5 Stelle Gaetano Mura, tra i beni confiscati, per un totale di oltre 20 milioni di euro, nell’indagine su un presunto giro di scommesse online illegali.

L’imbarcazione, tra i beni riconducibili all’imputato Santino Concu (che ha patteggiato due anni di reclusione, pena sospesa), si trova attualmente in un deposito in Australia. L’ex deputato è del tutto estraneo all’inchiesta e ignaro che la barca, di proprietà di una società maltese, fosse tra i beni riconducibili a un soggetto indagato.

Il gup Francesco Mattiace, che ha ratificato i patteggiamenti nei confronti di 14 imputati ed emesso la sentenza di condanna in abbreviato per altri due, ha disposto la confisca dei beni. Agli imputati sono stati confiscati imbarcazioni, immobili a Bari, Foggia e Londra, auto, moto, sale scommesse e 16 società con sede in Italia e all’estero, a Malta, Curacao, Isole Vergini e Seychelles. E, ancora, conti correnti, orologi (tra i quali 4 Rolex del valore di decine di migliaia di euro), gioielli con perle e brillanti, 50 borse di marche di lusso come Chanel, Hermes e Louis Vuitton.