Si è assunto tutte le responsabilità sull’omicidio, ma ha negato di aver agito su ordine della suocera. C’è una svolta importante nelle indagini sul delitto di Michele Amedeo, il netturbino ucciso il 25 aprile 2017 davanti alla sede dell’Amiu, nella zona industriale di Bari. Uno dei due secutori materiali, il 32enne Giuseppe Baccellieri, interrogato nella giornata di ieri dal pubblico ministero Marco D’Agostino, ha ammesso di essere stato lui ad uccidere, scagionando tuttavia la suocera, Vincenza Mariani, 54 anni, in carcere dal 13 febbraio scorso con l’accusa di essere la mandante dell’omicidio. La donna, proprietaria di un mobilificio a Cassano delle Murge, aveva avuto una relazione con la vittima. Secondo l’ipotesi accusatoria, proprio la decisione dell’uomo di interrompere i loro rapporti per tornare dalla moglie, avrebbe scatenato la rabbia dell’amante, disposta a tutto pur di vendicarsi. Così, l’imprenditrice avrebbe ordinato l’omicidio, coinvolgendo oltre al genero anche il pregiudicato Massimo Margheriti, 47 anni, suo ex dipendente, con la promessa di corrispondere ai due killer la somma di 5mila euro a cose fatte. Una ricostruzione tuttavia smentita da Baccellieri, che ha raccontato al pm di aver agito di sua iniziativa e solo con l’intenzione di spaventare la vittima, per fargliela pagare del comportamento riservato alla suocera. Un avvertimento finito male. Il netturbino venne raggiunto da tre colpi di pistola, appena sceso dalla sua auto, parcheggiata davanti all’ingresso della ditta dove lavorava. A dare l’allarme furono alcuni colleghi, attirati dagli spari. L’uomo morì poco dopo il suo arrivo in ospedale.