La Puglia è pronta ad avviare la produzione di cannabis medica per la terapia del dolore. Lo ha annunciato il governatore della Puglia, Michele Emiliano, intervenendo a Bari al simposio ‘Medical cannabis European conference’ (MCEC). Il convegno sull’efficacia della cannabis medica nella terapia del dolore ha visto confrontarsi medici anestesisti, ricercatori di industrie farmaceutiche e terapeuti.

Sono stati affrontati anche aspetti legislativi e soprattutto riguardanti la formazione del personale medico per la messa a punto dei protocolli terapeutici più adeguati. L’utilizzo della cannabis a scopo terapeutico è un tema su cui la politica si scontra spesso e spesso a prescindere dai dati scientifici. E non ha mancato di ricordarlo Emiliano, nel suo discorso di apertura del simposio. È stata necessaria una dose di “coraggio politico – ha detto – ogni volta che tentiamo di ragionare a mente fredda su alcuni argomenti l’Italia si spacca subito in due e la discussione viene stroncata dalle polemiche, dai luoghi comuni e anche dalla superficialità, senza alcuna considerazione per lo specifico umano, che per noi ha invece una grande importanza”.

La canadese MCEC e associazioni come ‘Grow it’ e la pugliese ‘LaPiantiAmo’ da anni sono impegnate nella diffusione dei risultati di studi scientifici sull’uso della marijuana medica – a basso contenuto di Thc, il principio attivo responsabile degli effetti psicotropici – nel trattamento del dolore e di altre patologie come ansia e depressione. “In un percorso di malattia che vivo in prima persona e nel ruolo di medico di me stesso non posso che comprendere ed essere vicino alla sofferenza di ciascuno dei miei pazienti”, ha detto il dottor Bill Code, anestesista canadese affetto da sclerosi multipla, e considerato un luminare negli studi sulla terapia del dolore, “immedesimandomi totalmente in ognuno dei miei assistiti, so che posso accompagnarli in un percorso che li porti da vittime a vincitori”.

Le regioni in Italia che hanno aperto all’uso terapeutico della cannabis medica sono 13. Tuttavia non sono molti i medici disposti a prescriverla -o per mancanza di un’adeguata formazione o per pregiudizio – e nelle farmacie e negli ospedali autorizzati dal Sistema sanitario nazionale l’approvvigionamento della ‘medical cannabis’ è lento perché legato a stoccaggi limitati e a rapporti discontinui tra il produttore olandese del preparato e l’unico italiano autorizzato che ha sede a Firenze.

L’associazione ‘LaPiantiAmo’, che si avvale di un team di esperti internazionali, ha offerto il proprio bagaglio di conoscenze e si è messo a disposizione del ministero della Salute per un programma di produzione autonoma nazionale della cannabis medica. E ha trovato un alleato nel presidente Emiliano: “La Puglia vuole mettersi concretamente dalla parte del paziente, anche dando il via a una produzione autonoma regionale del medicinale”, ha spiegato, “e portare avanti il progetto con le associazioni ‘Grow it’ e ‘LaPiantiAmo’.

Sono per noi partner indissolubili perché queste associazioni nascono dall’iniziativa di pazienti. Se il governo non darà le necessarie certezze siamo pronti a partire autonomamente e produrci il farmaco sul territorio pugliese. È una battaglia che decido di portare avanti personalmente”, ha assicurato. Il simposio di Bari è il primo di un ciclo di appuntamenti che proseguirà nei prossimi mesi a Firenze, Rotterdam e Montecarlo.