Sono stati rinviati a giudizio i 12 indagati, tra agenti penitenziari e infermieri, in servizio presso il carcere di Bari, accusati delle presunte torture ai danni di un detenuto con patologie psichiatriche, avvenute il 27 aprile 2022. Così ha deciso il Gup del Tribunale del capoluogo, Rossana De Cristofaro, nel corso dell’ultima udienza celebrata nell’aula bunker di Bitonto. Altri tre imputati, coinvolti nella vicenda, un sovrintendente della Polizia Penitenziaria, di un agente di Polizia Giudiziaria e di un medico, sono stati ammessi a processo con rito abbreviato.

Secondo la ricostruzione dell’accusa, il giorno dell’aggressione, sei agenti fecero irruzione nella cella del detenuto, un 41enne barese, che poco prima aveva dato fuoco ad un materasso. Nel trasportare l’uomo verso l’infermeria del carcere, lo avrebbero sottoposto a gravi violenze, tenendolo fermo sul pavimento e colpendolo con schiaffi e calci su schiena, torace, fianchi e al volto.

La vittima, è scritto negli atti giudiziari, venne sottoposta per circa quattro minuti ad un trattamento “inumano e degradante”.

In totale sono 11 i poliziotti penitenziari coinvolti: tre sono finiti ai domiciliari e sei sono stati sospesi dal servizio fino ad un anno, nel novembre del 2022.

Agli agenti non accusati di aver commesso materialmente le violenze, la Procura di Bari contesta il fatto di non essere intervenuti per mettere fine ai maltrattamenti, e di non aver denunciato l’episodio.

Anche gli infermieri saranno processati per omessa denuncia, mentre il medico, che ha scelto il rito abbreviato, risponde anche di falso in atto pubblico, per non aver messo a referto le lesioni riportate dal detenuto.

L’inchiesta è stata condotta dal Procuratore aggiunto Giuseppe Maralfa e dalla sostituta Carla Spagnuolo. Il dibattimento per i 12 imputati avrà inizio il prossimo 21 giugno, davanti ai giudici del Tribunale di Bari.