Più energia pulita autoprodotta, più economia circolare e aiuti alle piccole e medie imprese fino al 60% dei costi per la realizzazione di impianti di energia da fonte rinnovabile. È la svolta green delle misure di agevolazione regionali con un obiettivo preciso: l’autonomia energetica delle imprese. Così la giunta ha modificato gli aiuti per rispondere al fabbisogno delle aziende, messe in ginocchio dai costi sempre più insostenibili dell’energia. Un pacchetto di nuove linee di indirizzo reso necessario dalla crisi energetica determinata dal conflitto in corso tra Russia e Ucraina e dalla lunga congiuntura economica negativa, legata alla pandemia prima e alla guerra poi.

“La transizione energetica e l’economia circolare sono due obiettivi della nostra amministrazione”, ha spiegato l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia Alessandro Delli Noci. “La nuova versione delle misure regionali di agevolazioni per le Pmi mira ad abbattere i costi permettendo ad una piccola o media impresa di realizzare con l’incentivo del Titolo II Capo 3 e Capo 6 un impianto di produzione di energia da fonte rinnovabile per il proprio consumo, senza dover compiere altri lavori, e di ricevere per questo un’agevolazione che può arrivare al 45% dei costi e addirittura al 60% nel caso vengano richiesti anche aiuti sotto forma di garanzie. Le piccole e medie imprese avranno così un sostegno concreto per produrre da sé una parte rilevante dell’energia che consumano. La versatilità degli strumenti regionali di incentivazione ci consente di adattarli alle esigenze contingenti, quella dell’energia è diventata una priorità non più procrastinabile. Col partenariato e con i Distretti produttivi abbiamo condiviso questa scelta, chiediamo alle imprese di coglierne le opportunità. L’aumento dei costi in bolletta si può abbattere unicamente attraverso la produzione di energia che passa da fonti rinnovabili, in questo caso all’interno delle proprie aziende”.