Il bambino è morto per soffocamento, causato da una cordicella stretta attorno al collo. Probabilmente un gioco finito in tragedia. Questo ha stabilito l’autopsia, eseguita ieri pomeriggio dal medico legale Antonio De Donno, sul corpo del bimbo di 9 anni trovato impiccato, il 25 gennaio scorso, nella sua cameretta, in un’abitazione del quartiere San Girolamo di Bari. La Procura del capoluogo ha aperto un’inchiesta sull’accaduto: il reato ipotizzato è di istigazione al suicidio.

Attraverso le indagini della Squadra Mobile, coordinate dal procuratore Roberto Rossi e dalla pm Angela Maria Morea, si sta cercando di ricostruire la dinamica della tragedia. Quello che gli inquirenti intendono verificare è se ci siano collegamenti tra la morte del piccolo ed eventuali sfide on line, come quella che alcuni giorni fa è costata la vita ad una bambina di Palermo, soffocata da una cintura probabilmente mentre partecipava ad una prova estrema sul social Tik Tok.

Per questo la magistratura barese ha disposto il sequestro di tutte le apparecchiature elettroniche presenti in casa. È in corso una consulenza tecnica sui due telefonini della madre e della sorella della vittima, su una console Play Station e su un computer. Tuttavia, l’ipotesi del gioco mortale su internet non sta trovando riscontro.

La mamma ha raccontato agli investigatori di aver perso di vista il piccolo alla fine del pranzo. Dopo averlo chiamato più volte inutilmente, è andata in camera sua, trovandolo in uno stato di incoscienza. Il bambino aveva una cordicella stretta intorno al collo, agganciata ad un attaccapanni. Come ha stabilito l’autopsia, la morte è sopraggiunta in pochi istanti, senza che la vittima abbia neanche tentato di liberarsi.