Un’emergenza per una patologia internistica (ad esempio Medicina generale) dovrà essere dirottata altrove ma non al Policlinico: è quanto scrive il direttore del pronto soccorso del più grande ospedale del 118 al coordinatore della sala operativa del 118 che assegnano alle ambulanze l’ospedale di destinazione in caso di soccorso.

«La chiusura del padiglione Chini ha praticamente azzerato la possibilità di ricoverare nel Policlinico pazienti non Covid di pertinenza internistica generale o specialistica. Ciò ha provocato una situazione insostenibile in pronto soccorso”: è quanto scrive il dottor Vito Procacci, direttore del pronto soccorso del Policlinico di Bari, in una nota datata 2 dicembre, inviata al direttore generale e a quello sanitario dell’ospedale e alle centrali del 118. Il padiglione Chini è uno dei due edifici sotto inchiesta e sequestrati con facoltà d’uso dalla Procura di Bari per presunti casi di legionella.

«Le ipotesi di trasferimento» dei pazienti “in strutture esterne al Policlinico non ha avuto seguito, data la scarsissima ricettività di dette strutture e la mancanza di un servizio stabile di ‘bed management’ di area vasta, con conseguente difficoltà nella ricerca dei posti letto». Vista la situazione emergenziale, Procacci chiede al direttore del 118, “al fine di evitare eventi avversi», di «voler destinare al pronto soccorso del Policlinico esclusivamente pazienti Covid e non Covid in codice rosso».

Il direttore chiede ai direttori del Policlinico anche il «rinforzo del personale medico, infermieristico e Oss del pronto soccorso”; chiesti inoltre una “accelerazione delle procedure per l’avviso pubblico per la copertura di 5 posti vacanti di dirigente medico di Medicina e chirurgia di accettazione e urgenza», e il «ritorno urgente nella piena disponibilità del pronto soccorso dei propri locali attualmente occupati dal servizio di cardiologia d’urgenza».