La Protezione Civile Nazionale raccoglie, seppur parzialmente, l’appello lanciato dal personale medico pugliese, che sta combattendo la battaglia contro il Coronavirus: lo fa inviando una nuova scorta di attrezzature da mettere a disposizione del sistema sanitario regionale. A darne notizia è il dirigente della Protezione Civile della Regione, Mario Lerario, che ha comunicato l’arrivo da Roma, nelle ultime ore, di ulteriori forniture per gli ospedali pugliesi.

Il nuovi rifornimenti riguardano 1.080 kit di accesso vascolare, quasi 8.800 tubi trachedali, 84 monitor multiparametrici, altri 176 monitor da trasporto e 15 ventilatori meccanici per le Terapie Intensive, che vanno ad aggiungersi ai 16 già fatti pervenire nei giorni scorsi.

La Protezione Civile Nazionale ha anche tracciato un bilancio delle forniture inviate alla Puglia dall’inizio di questa emergenza e che comprendono complessivamente 1 milione e 272mila prodotti.

Tra questi, buona parte (168mila pezzi) riguardano i Dispositivi di Protezione Individuale per medici e infermieri. Delle restanti 868mila mascherine, circa la metà sono di tipo chirurgico mentre l’altra metà sono bende “Montrasio”, non utilizzabili in ambito sanitario.

All’appello, tra prodotti destinati alla Regione, mancherebbero 236mila mascherine di cui non è possibile tuttavia conoscere la tipologia non essendo ancora state consegnate.

I rifornimenti di Dispositivi inviati da Roma sono tuttavia insufficienti rispetto al reale fabbisogno giornaliero della Sanità pugliese che necessita, quotidianamente, di almeno 135mila mascherine chirurgiche, circa 67mila di tipo ffp2 ed ffp3, 21.350 tute protettive e soprattutto di oltre 400 ventilatori polmonari (dei 31 effettivamente arrivati).

Una carenza, quest’ultima, che stanno cercato di colmare gli stessi pugliesi (tra aziende e privati) che, durante l’emergenza, hanno raccolto fondi per l’acquisto di questi macchinari. Ma i regali, a quanto pare, non sono ancora stati fatti tutti pervenire agli ospedali regionali. Il motivo è nel decreto di emergenza emanato dal Governo, che permette di bloccare alla dogana le attrezzature (soprattutto quelle arrivate dalla Cina) e anche di requisirle, su disposizione del commissario Domenico Arcuri, delegato dal premier Conte alla gestione delle forniture sanitarie.

In base al decreto, i carichi vengono fermati e, se il commissario lo richiede, devono essere consegnati alla Protezione Civile Nazionale, che è l’unica a poter decidere sulla loro destinazione. Risultato: scorte di materiale sanitario, donate dai cittadini. ferme negli aeroporti, senza nessuna garanzia che verranno recapitate agli ospedali a cui erano destinate.