Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere: Vincenza Mariani e suo genero Giuseppe Baccellieri, da due giorni in carcere per l’omicidio premeditato del 51enne Michele Amedeo, ucciso a Bari la sera del 25 aprile 2017, hanno fatto scena muta davanti al gip Giovanni Abbattista, nel corso dell’interrogatorio di garanzia. La donna, ex amante della vittima, è accusata di essere la mandante del delitto, maturato per motivi passionali.

Amedeo, di professione netturbino, venne raggiunto da tre colpi di pistola davanti alla sede dell’Amiu, poco prima di cominciare il turno di lavoro. A sparare, in base a quanto emerso nel corso dell’attività investigativa della Squadra Mobile, proprio il genero della Mariani, dopo aver a lungo pedinato il 51enne a bordo di un’auto, guidata dal pregiudicato Massimo Margheriti, anche lui finito in carcere. Stando alle indagini, coordinate dal pm barese Marco D’Agostino, la donna aveva deciso di punire il suo ex amante, colpevole di aver interrotto la loro relazione extraconiugale per tornare dalla moglie. Così aveva ingaggiato Margheriti, ex dipendente della sua azienda, per commettere l’omicidio, in cambio di 5mila euro. L’uomo è attualmente è rinchiuso nel carcere di Foggia, dove sarà interrogato nella giornata di domani.

Un ruolo, seppur minore, nell’agguato mortale, lo ha avuto anche il 42enne Michele Costantino, adesso ai domiciliari in una località protetta: agli inquirenti ha confessato di aver fornito ai sicari l’auto e l’arma del delitto.