Lo scorso 24 novembre la Banca Popolare di Bari ha fissato il prezzo di recesso per le azioni al valore di euro 7,50, pari dunque al valore delle azioni risultante dall’ultima assemblea dei soci. «Come Comitato – scrive l’Avv. Antonio Pinto del Direttivo Confconsumatori – riteniamo tale passaggio importante e positivo, sia perchè tante altre banche, in questa occasione, avevano invece quasi azzerato il valore dell’azione, sia perchè tale valore sembra non aver incontrato l’opposizione della Banca d’Italia, la quale contestualmente ha concluso la sua ispezione sulla BPB. A ciò si aggiunga che di recente la BPB ha pubblicato la relazione semestrale di settembre 2016 dalla quale risulta un utile per 4,7 milioni di euro. Anche questo è un elemento di discontinuità rispetto ai numeri di altre banche, che sono invece arrivate alla trasformazione o con situazioni patrimoniali di perdite enormi o addirittura non ci sono arrivate proprio, perché fallite».

Secondo il Comitato la fissazione del prezzo di recesso a tali condizioni è il primo punto del percorso di tutela degli azionisti stessi: «Questo fatto ci permetterà di proseguire il confronto tra le parti, già iniziato la scorsa settimana, con una maggiore serenità che, di certo, una svalutazione del valore delle azioni non avrebbe consentito», dice ancora l’Avv. Di Pinto che parla anche degli scenari futuri ai quali si potrà andare incontro. «Lo scenario determinatosi ora deve però consolidarsi anche attraverso l’attuazione dei tre punti su cui ci stiamo già confrontando con la banca. Inanzitutto un fondo di solidarietà che aiuti subito alcuni azionisti in difficoltà, poi il trasferimento del mercato delle azioni su un mercato aperto e più ampio, affinchè anche gli investitori istituzionali possano acquistare ed infine un intervento sulle posizioni di finanziamento con significativo allargamento della platea dei mutuatari a sostegno della redditività della banca e dell’economia locale certi che solo partecipando al rilancio dell’economia si portano a composizione le criticità delle banche nell’attuale fase».

Poi ci sarà la necessità di trovare soluzione al problema della liquidabilità del titolo. «Una normativa del 2015 – dice ancora Di Pinto – che per più motivi riteniamo incostituzionale, ha da un lato disposto il blocco del diritto di recesso sino alla trasformazione in spa e poi, una volta che la banca sia stata trasformata in spa, il blocco del diritto di rimborso, diritto che quindi rimane solo astratto, perché nella pratica ed in sostanza, gli azionisti non potranno effettivamente recedere ed ottenere il corrispettivo del valore, come sarebbe invece previsto dall’art. 2437 c.c. in caso di trasformazione della società, ma solo vendere ad un potenziale acquirente. Le possibili alternative che oggi si offrono agli azionisti sono, dunque l’attesa che le azioni vengano negoziate sul mercato secondario e confidare che vi siano fondi, investitori istituzionali, grandi Compagnie o semplici risparmiatori ecc., interessati ad acquisire le azioni. Oppure mettere in vendita al valore di recesso indicato dalla banca e sperare che vi siano acquirenti di queste azioni a questo valore, a patto però di NON votare a favore della trasformazione in spa. Od in conclusione, previa valutazione della documentazione, fare causa alla banca ove però vi siano effettivi vizi nel contratto di compravendita e vi siano elementi che facciano ben sperare nell’esito della controversia».

Il Comitato ribadisce come potrà avere ulteriore potere contrattuale e successo nelle proprie proposte nei confronti della banca, solo continuando ad incrementare le iscrizioni dei tanti azionisti della BPB. «A breve – conclude Di Pinto – vi comunicheremo un’iniziativa pubblica, prima dell’assemblea della banca annunciata per l’11 dicembre, dove descriveremo con maggiori dettagli sia i risultati dei tavoli di confronto con la banca e sia le opzioni per i soci. Il Comitato non intende raccogliere deleghe per la prossima assemblea, perché sulla scelta di fondo (trasformazione o meno in S.p.A.) non vi è una vera scelta da fare e non intende sostituirsi alle singole scelte dei propri iscritti, cui ovviamente è data libertà di scelta e valutazione. Per informazioni e iscrizioni: scrivere a [email protected] – tel. 3511336973 – Via Dante 164 Bari, o rivolgersi presso le sedi territoriali delle Associazioni: Adusbef, Codici, Codacons, Confconsumatori, Adiconsum, Unione Nazionale Consumatori».