Continua presso il Teatro Comunale di Ruvo “Exit – rassegna di teatro + cinema fuori di testa” a cura della giovane compagnia teatrale Charlie Calamaro avan project, in collaborazione con l’associazione ruvese La mancha.
Lo scorso sabato, 25 novembre, è andato in scena il sesto appuntamento teatrale, nel solco del cinema e della musica in particolare.
Lo spettacolo è Revolution di Meridiani Perduti con la voce e il corpo narranti di Sara Bevilacqua, la voce cantante di Daniele Guarini e il pianoforte di Daniele Bove.

Siamo nella Brindisi degli anni Sessanta, la Brindisi del Petrolchimico, sconvolta dalla sua piccola ma significativa rivoluzione industriale, con due secoli di ritardo rispetto a quella più famosa della patria di una band le cui canzoni sono diventate colonna sonora immortale dei Sixties e di questo spettacolo, i Beatles.
Tutt’intorno, il resto del Mondo, anzi, il resto dell’Universo. Così, mentre da qualche parte lo sguardo rivolto verso l’alto era ostacolato da muri che si innalzavano a dividere paesi e città, altrove, quello stesso sguardo scopriva e conquistava territori sconfinati, valicando confini inimmaginabili e immaginando nuovi mondi e nuove possibilità lontane anni luce ma che adesso diventavano tangibili, reali e soprattutto vicine.

Eccola la doppia natura degli anni 60 combattuta tra l’amore libero, da una parte e la guerra, dall’altra.
Anni spartiacque, anni di cambiamento, anni rivoluzionari, anni magici, anni che non torneranno più. Anni anche drammatici ma che, nonostante tutto, non riusciranno mai ad essere completamente tristi. Nostalgici, forse sì.
A raccontarli e a riportarci in quegli anni arriva Revolution.
Revolution è una macchina del tempo con tre conducenti eccezionali. Sara Bevilacqua, Daniele Guarini e Daniele Bove non raccontano una storia ma la vivono e la fanno rivivere o vivere per la prima volta ai loro spettatori.
E non importa quanti anni avete, anche se anagraficamente impossibile, alla fine sentirete comunque, tutti, indistintamente, la mancanza degli anni Sessanta. Forse perché quello che ci manca davvero, e che Revolution restituisce per la durata dello spettacolo, è la forza dei desideri, il potere dei sogni e la nostalgia della vita, di quella che senti che la stai vivendo, che è vita vera e ‘vorresti guardarti dall’esterno’ e che mentre la vivi già ti manca.
Revolution è un pezzo di vita condivisa e quindi di tutti, senza che questa debba essere necessariamente appartenuta a tutti. È la storia di quel decennio rivoluzionario dei Sixties che ha traghettato tanto il macromondo, quanto il micromondo – come quello di paesi piccoli e lontani come Brindisi- verso un’idea di futuro che sembrava proprio lì a portata di mano. Un sogno lungo dieci anni in cui lo spazio è diventato più piccolo, i pianeti più vicini, la luna ad un passo d’uomo, in cui era tutta un’altra storia e tutta un’altra musica. Quella dei Beatles above all.

Ci sono spettacoli teatrali belli e ben fatti, spettacoli innovativi e che funzionano e poi ci sono gli spettacoli che sono tutte queste cose per la semplice ragione che sono Veri.
Li guardi e li senti sulla pelle, non la vedi la finzione perché quello che trapela è semplicemente Vita. Con tutti i suoi momenti comici, con quelli nostalgici, con le delusioni e le aspettative, con le speranze e i sogni, con i progetti e i ricordi e soprattutto con la sua colonna sonora.

Sara Bevilacqua, Daniele Guarini e Daniele Bove sono portentosi ed emozionanti nel far rivivere storie e vite vere vissute oltre che la musica dal vivo dei Beatles in carne, ossa e voci (quelle dei due Danieli).
Revolution è un sogno ad occhi aperti, bello e commovente come un ricordo e amaro e pungente come una ferita ancora aperta. Revolution è un atto d’amore per una terra tormentata ma audace. Revolution è un pezzo di vita prestata al palcoscenico: un vero spettacolo dal vivo in tutti i sensi. Da vedere, da ascoltare, da ricordare, da vivere.