Custodiva 19 manufatti in terracotta, datati tra la fine del V secolo e l’inizio del IV secolo AC, in una vetrinetta del soggiorno, senza averne fatto denuncia al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, pur essendone obbligato per legge. Per questo un cittadino di Gravina, che non è stato in grado di dimostrare la legittimità dell’acquisto dei reperti, è stato denunciato dalla Guardia di Finanza per violazione delle disposizioni contenute nel Codice dei beni culturali e paesaggio.

Tutto il materiale è stato così sequestrato, con le Fiamme Gialle che hanno richiesto al giudice per le indagini preliminari, la dottoressa Ilaria Casu, che aveva disposto la confisca dei beni, la possibilità di assegnarli al Museo Nazionale Archeologico di Altamura.

La consegna dei preziosi reperti è avvenuta nella giornata di ieri. Un modo per restituirli alla collettività e per essere ammirati non solo dalla popolazione murgiana, ma anche dai numerosi turisti che visitano la città di Altamura.