Per dichiararla fuori pericolo è ancora troppo presto, ma considerando che una decina di giorni fa, quando era arrivata in ospedale, era praticamente in fin di vita, le sue condizioni attuali hanno qualcosa di miracoloso. Si è risvegliata la bambina di 2 anni, residente a Bitonto, affetta da Seu, la Sindrome emolitico-uremica causata da un’infezione batterica. La piccola sta reagendo bene alle terapie dei medici del “Giovanni XXIII” di Bari e le speranze che possa salvarsi adesso sono sempre più concrete. Un miglioramento dovuto da un lato ad un farmaco di nuova generazione che viene somministrato alla paziente: un anticorpo monoclonale (un tipo di proteina) concepito per combattere una malattia genetica molto rara. Dall’altra ad un innovativo sistema di lavaggio del sangue, utilizzato nella struttura pediatrica barese e che sta dando ottimi risultati. A monitorare le condizioni della bimba, 24 ore su 24, uno staff di cardioanestesisti, nefrologi che, di volta in volta, si scambiano informazioni per decidere come meglio intervenire. Il timore più grande è che la piccola possa avere riportato gravi danni celebrali anche se, in base ai primi test effettuati, questa ipotesi sembrerebbe essere esclusa. Ancora non completamente accertate le cause dell’infezione: a questo stanno lavorando i Carabinieri dei Nas. La Seu si può contrarre attraverso alimenti non pastorizzati, latte crudo o cibi non lavati, veicoli di propagazione di un particolare ceppo di Escherichia Coli. Quello della bambina ricoverata all’ospedale pediatrico di Bari è il primo caso di Seu registrato in Puglia nel 2019. In passato, tuttavia, si erano già registrate due epidemie: una nel 2013, con 20 casi accertati ed un’altra nel 2017, con 17 infezioni confermate e due decessi.