“Il tempo delle promesse si è esaurito, così come la nostra pazienza. Adesso alle parole devono seguire i fatti.” È un messaggio forte e chiaro quello che arriva dai dipendenti del Mercatone Uno di Terlizzi che, questa mattina, sono tornati a protestare davanti alla sede dell’azienda. Lì dove si erano dati appuntamento già meno di due settimane fa, all’indomani della notizia del fallimento della società titolare del marchio della nota catena italiana di negozi di arredamento, la Shernon Holding, decretato dal Tribunale di Milano.

Una doccia fredda per i lavoratori che, da un giorno all’altro, hanno trovato i cancelli chiusi (senza alcuna comunicazione da parte dei vertici aziendali, ma avvertendosi l’uno con l’altro sulle chat di Whatsapp), ma anche per fornitori e clienti, che aspettano ancora di poter ritirare la merce già acquistata.

La questione è finita sia sul tavolo della Regione Puglia che su quello del Ministero dello Sviluppo Economico, dove si è tenuto un incontro tra Governo e sindacati, dal quale è emersa la volontà di trovare soluzioni rapide alla vertenza Mercatone Uno. Ma in sostanza, da quando questa storia è cominciata, poco o nulla è cambiato.
(Francesco Veneto – Filcams Cgil)

L’obiettivo è quello di salvaguardare i livelli occupazionali, alla luce dei circa 1.860 dipendenti che il Mercatone Uno conta nei suoi 55 punti vendita italiani (250 quelli rimasti a casa soltanto in Puglia). Un priorità anche per il ministro del Lavoro e vicepremier Luigi Di Maio, che ha fatto sapere di voler sbloccare subito la cassa integrazione per i lavoratori, non appena il Tribunale autorizzerà la procedura di amministrazione straordinaria. E sino a quando non arriveranno soluzioni concrete da parte delle istituzioni, promettono i lavoratori, le mobilitazioni andranno avanti ad oltranza.