Come nella vita anche in Zona Paradiso nulla è come sembra. Una studentessa scomparsa in un palazzo fa esplodere un caso di ‘condomicidio’. Ognuno vede quel che vuol vedere. Tutti sanno e fingono di non sapere. Tutti avrebbero un movente e un alibi. Chiunque potrebbe essere colpevole. Ma chi accusare quando a fare vittime è l’amore?

Le domande del commissario Di Stefano che cura le indagini, diventano pretesto per i sospettati per raccontarsi in quei fiumi di parole che assumono più il tono e il sapore di uno sfogo necessario e a lungo atteso, che quelli di una confessione. Tutti vittime delle proprie solitudini, tutti alla ricerca di una profondità negli incontri, ormai perduta. Le loro risposte alle domande incalzanti del commissario suonano come una corale richiesta di aiuto per recuperare una verità – non solo quella sulla donna scomparsa – che sembra farsi sempre più frammentaria e quindi irriconoscibile.

Zona Paradiso ha debuttato nel 2009 nel Festival Primavera dei Teatri di Castrovillari e ha girato nelle stagioni teatrali sino a un paio di anni fa. Scritto e diretto da Michele Bia, lo spettacolo spia e racconta un piccolo ed esemplare stralcio di realtà stratificata, contraddittoria e sempre divisa tra ciò che è vero e ciò che è presunto tale. Tutto questo lo rende un piccolo classico sempre attuale, perché ancora capace di raccontare la tragicomica verità dell’esistenza umana che sembra non cambiare mai molto nella sostanza.

Munito solo di giacca e sciarpa, Franco Ferrante, solo in scena, indossa di volta in volta i panni – caratteriali e caratteristici – di una piccola comunità di otto persone/personaggi che abitano il microcosmo di Zona Paradiso che, qui, si rivela essere una porzione, una riduzione in scala dell’umanità. Con tutte le sue storie, le sue sfaccettature, i suoi limiti, le ossessioni e i sentimenti. Da Zona Paradiso passano vite ‘né belle, né brutte ma sicuramente originali’.

Il magistrale trasformismo a scena aperta di Ferrante, che affida tutto all’interpretazione più che ai costumi, rende giustizia ad un testo eccezionale, quello di Bia, che non è un azzardo definire un monologo dialogato tra otto personaggi, capace di procedere con il giusto equilibrio e con un buon ritmo su quel confine sempre pericoloso ma terribilmente interessante tra il registro comico e quello tragico (tutta l’umana esistenza passa di lì!) nel quale lo spettatore si riconosce, riflettendo(si) e sorride dei propri limiti, disintossicandosi.

Il colpo di scena rivelatore che capovolge i pronostici sfuma, sul finale, i toni cupi del noir del racconto sulla scena, in quelli più delicatamente scombussolanti di chi da vittima diventa artefice delle proprie scelte nell’esatto momento in cui comprende che ‘a volte per essere felici bisogna star male’.
Zona Paradiso è andato in scena domenica 21 ottobre al Teatro G. Fava di Modugno e sarà in replica anche domenica 28 ottobre.