Beni per un valore di 150mila euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Bari, Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, nei confronti dell’ex giudice civile del Tribunale di Bari, Domenico Ancona.
Su richiesta della Procura Regionale della Corte dei Conti del capoluogo, il provvedimento è stato disposto dalla Sezione Giurisdizionale per la Puglia.
La vicenda trae origine da un’indagine di polizia giudiziaria, diretta all’epoca dalla Procura di Lecce, in merito ad un tentativo di concussione perpetrato dall’allora giudice nei confronti di un imprenditore, per convincerlo a pagare una tangente da circa 15mila euro.
Dalla lettura delle sentenze di condanna dei tre gradi di giudizio, è emerso inoltre che Ancona era stato coinvolto in un secondo episodio di tentata concussione (anche questo conclusosi con una condanna) nei confronti di un altro imprenditore, per intascare una tangente di 150 milioni delle vecchie lire, in cambio di un provvedimento favorevole nell’ambito di un procedimento civile.
Per entrambe le vicende, il giudice era stato condannato in via definitiva a tre anni di reclusione, oltre all’interdizione dai pubblici uffici.
Secondo la Procura regionale della Corte dei Conti, la condotta del giudice ha inoltre offuscato la credibilità dell’amministrazione giudiziaria, causandole un danno d’immagine quantificato nella somma di 150mila euro.
Da qui, il provvedimento di sequestro conservativo dei beni, a garanzia dell’Erario e del Ministero della Giustizia, in relazione al pericolo che l’imputato potesse disfarsene.
Oggetto del decreto, un diritto di usufrutto e tutte le ragioni di credito per somme dovute all’ex giudice dall’INPS e da alcuni istituti bancari.
La parte è stata citata in giudizio per il prossimo 22 maggio.