Condivisione, partecipazione, tutela e sviluppo sostenibile del Mare Adriatico. Sono le parole chiave che martedì 27 settembre, presso Villa Romanazzi Carducci, hanno caratterizzato il convegno di chiusura del Progetto quadriennale ECOSEA, con la partecipazione delle 5 regioni adriatiche italiane coinvolte (capofila il Veneto, in partnership con Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Marche e Puglia), le Contee croate di Primorje –Gorsky Kotar e Zadar e il Ministero dell’Ambiente albanese.
I lavori, moderati dal biologo Giuseppe Scordella, esperto in Progetti di R&S pesca e acquacoltura, hanno registrato gli interventi di funzionari e tecnici in rappresentanza delle rispettive Regioni e Stati.

«Il progetto Ecosea – per Luca Tenderini, funzionario della Regione Veneto- è il risultato di progetti cominciati diversi anni fa, che hanno trovato in quest’ultimo la strada giusta per la cooperazione tra Regioni e Stati che si affacciano sul Mare Adriatico. Dalla Puglia al Friuli Venezia Giulia, coinvolgendo gli Stati dell’altra sponda dell’Adriatico, con un obiettivo comune: tutelare l’habitat marino attraverso azioni congiunte, concrete ed innovative, coinvolgendo soggetti e gruppi sociali ed economici interessati, affinché ci sia più consapevolezza e rispetto per il mare, per un futuro migliore per tutti. L’auspicio, ha concluso Tenderini, è che il bagaglio di conoscenze, informazioni e dati scientifici acquisiti in questi anni non vada disperso e abbia un seguito anche attraverso il FEAMP (Fondo europeo per la Pesca)».

Adriana Cioffi -Regione Puglia – ha fatto presente che in Adriatico e nello Ionio, con il supporto tecnico – ARPA Puglia sono state realizzate alcune delle azioni pilota previste dal progetto, riguardanti la sperimentazione del sistema di mitilicoltura su corda continua di tipo “neozelandese” (già sperimentata nei mari del Nord), il posizionamento di barriere artificiali sommerse, per favorire l’aumento della biodiversità e della biomassa ittica, nonché la progettazione di Long Line Nursery per la specie Sepia officinalis, in aree di concessione per la mitilicoltura/acquacoltura offshore di Lesina, Varano e nel Salento. Tra le iniziative portate a termine, l’implementazione del FishGis (Fishery Geographic Information System), un importante strumento di lavoro che raccoglie informazioni sulla navigazione e sulla consistenza di stock ittici, adottato per la prima volta nel settore della pesca in Adriatico, e l’applicazione del modello bio economico Displace.

I lavori si sono conclusi con una Tavola rotonda su La strategia europea 2014-2020 e l’Attuazione del FEAMP, con la partecipazione di funzionari regionali, esperti e tecnici che hanno affiancato gli amministratori nella realizzazione e gestione delle azioni pilota di Ecosea, e di Gianluca Nardone, direttore del Dipartimento Agricoltura, Sviluppo rurale e ambientale, che si è detto favorevole a progetti transfrontalieri per la tutela, l’incremento e la gestione sostenibile delle attività di pesca nel mare Adriatico. «Tante sono le sfide che ci attendono, ha puntualizzato Nardone, perché la Puglia non è soltanto agricoltura, e il mare non deve essere visto solo come attrattore turistico, ma anche come risorsa economica per i pescatori e per l’intero territorio regionale». Nel corso della giornata è stato proiettato il documentario dell’intero progetto ECOSEA, realizzato dalla società pugliese DNext S.r.l.