Da questo gol, bello quanto decisivo, con annessa esultanza dal tono stizzito rivolta a spalti senza pubblico per le restrizioni antiCovid, a questo gol, se possibile ancora più bello e in grado di aprire le danze in una vittoria fondamentale per morale e classifica. Nel mezzo poco più 11 mesi sul calendario, diverse delusioni e alcune gioie tinte di biancorossi. Il minimo comune denominatore è Mirco Antenucci. Che il 29 novembre 2020, dopo quel destro a giro e la vittoria per 1-0, parlava così.

E che sabato sera, dopo quel destro in semirovesciata che ha infranto il muro del Catanzaro, con porta inviolata in trasferta da 517 minuti, ha parlato così.

Parole e voce di un leader ritrovato. Che al Bari è mancato, e tanto, nella seconda parte della scorsa stagione, quando Antenucci aveva segnato solo 6 gol da gennaio a maggio ed era stato messo sul banco degli imputati di una stagione chiusa al primo turno della fase nazionale dei playoff. In estate il restyling del Bari non lo ha coinvolto, anzi lo ha riportato al centro del progetto. Contratto prolungato, ingaggio spalmato e disponibilità a mettersi in gioco in un reparto avanzato da grandi firme, completato da Cheddira, Simeri, Paponi, Marras, Citro e Botta.

Poi ci sono i numeri, che parlano per il 37enne di Roccavivara: 80 partite ufficiali con il Bari dall’estate 2019 ad oggi, 41 gol e 11 assist, dati che vanno a completare uno score di oltre 600 presenze e quasi 200 reti tra i professionisti. Contro il Catanzaro, sabato scorso, ha giocato da leader totale: gol con dedica all’amico Valerio Di Cesare, operato al collaterale del ginocchio destro e destinato a uno stop di almeno 3 mesi, invenzioni, rincorse all’indietro. E Mignani lo ha premiato, tenendolo in campo fino al fischio finale. In campionato non era mai accaduto. Pura casualità? Decisamente no Bari, il lupo è tornato.