Se cercate un simbolo della cura tecnica garantita da Vincenzo Vivarini al Bari – 17 partite consecutive senza sconfitte dall’arrivo dell’allenatore abruzzese in panchina – lo troverete con la maglia numero 9, il pizzetto e la cresta sollevata. Quella che Simone Simeri esibisce dopo ogni gol in maglia biancorossa. Sono già nove in stagione, cifra raggiunta con il centro della vittoria contro la Sicula Leonzio. Quella di Simeri è stata una vera e propria metamorfosi tecnica: 117 minuti nelle prime cinque partite di campionato con Giovanni Cornacchini, fino all’esclusione dai convocati a Francavilla, titolare 16 volte su 17 con Vivarini, con 9 reti e 5 assist. Fondamentali per formare con Mirco Antenucci la coppia gol più prolifica dell’intera serie C: 23 reti in due, grazie alle 14 gioie personali dell’ex Spal.

La sua esultanza a fine gara per il ko della Reggina con la Virtus Francavilla, con tanto di fascia di capitano al braccio, è rimasta negli occhi dei tifosi del Bari. Che Simeri sta conquistando da un anno e mezzo a questa parte, superando le critiche con agonismo, impegno e gol. Le idee del centravanti in vista del big match del Granillo sono ben chiare.

L’avvio del 2020 è stato dei migliori per Simeri e il Bari: tre reti e un assist per l’attaccante in tre partite, quattro lunghezze rosicchiate alla Reggina. Il centravanti ha nel mirino il suo primato personale in C con la Juve Stabia, 11 nella stagione 2017/2018, e lancia il guanto di sfida verso il rettilineo finale. A cresta alta, come il galletto simbolo di un Bari sempre più suo.

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