Al giudice ha raccontato di non essersi reso conto di quanto fosse pericoloso l’esplosivo che aveva in cantina: una quantità sufficiente non solo a far saltare in aria il palazzo, ma l’intero isolato. Un arsenale sotto forma di petardi che avrebbe potuto provocare una strage, quello sequestrato dalla Polizia ad un barese di 30 anni, Gennaro Valletta, già noto alle Forze dell’Ordine: 120 chili di botti, detenuti illegalmente (in totale assenza di misure di sicurezza) all’interno dello scantinato dello stabile dove l’uomo vive con tutta la sua famiglia, in via Riccardo Ciusa, nel rione San Paolo.

Il 30enne è finito in manette il 30 dicembre scorso, ed è stato sottoposto ieri all’udienza di convalida della misura cautelare: il giudice del Tribunale di Bari, Antonietta Guerra, ha confermato per lui gli arresti domiciliari, alla luce della sussistente possibilità di reiterazione del reato.

L’uomo ha ammesso la detenzione del materiale pirotecnico, spiegando tuttavia di non essere cosciente del pericolo al quale stava esponendo non solo la sua famiglia ma l’intero vicinato.
Tra i prodotti più pericolosi sequestrati dagli agenti, 16 confezioni di petardi Thunder, ad elevato contenuto esplosivo, vendibili solo a chi ha il porto d’armi e da utilizzare, per legge, solo lontano dai luoghi abitati. E poi batterie di fuochi artificiali e razzi che, in caso di incidente, avrebbero potuto innescare una esplosione. Il 30enne tornerà in Tribunale il 9 gennaio dove sarà processato per direttissima.