I finanzieri di Molfetta lo hanno scoperto mentre svolgeva visite in nero nel suo studio privato. Uno studio totalmente abusivo, dal momento che il medico aveva chiuso la partita Iva vent’anni prima e (soprattutto) che risultava lavorare in regime di intra-moenia per una struttura pubblica. Per questo la Asl di Bari ha licenziato senza preavviso un ortopedico dell’ospedale di Corato, Vito Cagnetta, attualmente a processo davanti al Tribunale di Trani con l’accusa di truffa al servizio sanitario.

È uno dei primi casi di applicazione del decreto Madia che ha dato un ulteriore giro di vite nei confronti di chi tenta di truffare la pubblica amministrazione. Nel caso dell’ortopedico di Terlizzi, l’indagine condotta dal pm Silvia Curione aveva portato, lo scorso anno, al sequestro di circa 100mila euro che – secondo l’accusa – Cagnetta avrebbe percepito indebitamente fino a febbraio 2017 a titolo di indennità di esclusiva: non avrebbe insomma potuto effettuare visite private fuori dall’ospedale, per nessun motivo. I finanzieri comandati dal capitano Chiara Iale hanno tenuto sotto controllo lo studio privato del medico e hanno ascoltato decine di persone per capire come si svolgessero queste visite: Cagnetta, hanno detto i pazienti e la segretaria dello studio, chiedeva una cifra variabile tra zero e 50 euro, rigorosamente in nero, e per questo – oltre al procedimento penale – è scattato anche l’accertamento in sede fiscale.

L’indagine è partita nel 2016 e si è conclusa lo scorso anno. Il medico, che nel frattempo è rimasto in servizio, è stato ascoltato in aprile e ha proposto una sorta di patteggiamento pari a 5 mesi di sospensione e 50mila euro di risarcimento, proposta che è stata respinta. Il mese successivo ha rilanciato con 6 mesi e 53mila euro, ma anche questa proposta è stata respinta perché non è prevista dal contratto collettivo dei medici. Allo stesso tempo, però, i risultati delle indagini della Procura di Trani sono apparsi fin troppo chiari in relazione sia alla violazione del codice disciplinare sia al fatto che il medico ha svolto visite private senza autorizzazione. E così la commissione disciplinare della Asl ha concluso per la sanzione più pesante, il licenziamento senza preavviso, che è stato comminato con una delibera del direttore generale.