Il sindaco di Altamura, Giacinto Forte, è stato arrestato con altre 11 persone per un giro di tangenti legato agli appalti pubblici di tre Comuni del Barese. Vi sono state perquisizioni anche in Regione, nella sede dell’assessorato ai Lavori pubblici e tra gli indagati c’è anche l’assessore regionale Gianni Giannini.

Un sistema corruttivo ben collaudato, infiltrato nella pubblica amministrazione e che contava sulla possibilità di gestire appalti grazie alla procedura negoziata. Lo hanno accertato i carabinieri di Bari e i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria, che hanno arrestato 11 persone (di cui due in carcere e gli altri ai domiciliari), tra imprenditori e pubblici ufficiali.

L’inchiesta, coordinata dai pm Claudio Pinto e Marco D’Agostino, conta anche alcuni indagati tra i quali l’assessore regionale ai Lavori pubblici, Giovanni Giannini, nei cui uffici in mattinata è stato eseguito un decreto di perquisizione. A lui, secondo le indagini, Modesto Scagliusi titolare di un noto ristorante di Polignano a Mare si sarebbe rivolto per ottenere un interessamento per agevolare pratiche, in corso alla Regione, per un finanziamento regionale. Fondi del piani integrato per il turismo, pari ad oltre 2 milioni di euro, che furono concessi nel marzo 2017.

Scagliusi aveva chiesto, senza ottenerla, anche un’intercessione presso la Sovrintendenza ai beni culturali di Bari per l’approvazione di un progetto di variante. In cambio, avrebbe fornito alla figlia di Giannini, un intero salotto.

Ai domiciliari è finito il sindaco di Altamura, Giacinto Forte. In carcere il vice segretario Pd di Acquaviva delle fonti, Roberto Ottorino Tisci, che nell’affare degli appalti avrebbe avuto il ruolo di intermediario, e l’imprenditore albanese Bertin Sallaku: nelle sue disponibilità aveva denaro contante per 300mila euro. Sarebbe stato lui ad offrire al sindaco di Altamura, 15mila euro per entrare negli appalti del Comune murgiano.