Perché recito? Perché è, dopo l’amore, il mezzo più diretto per comunicare col prossimo. Per dirla in termini più tecnici, per l’istinto che ho innato di imitare la vita”.
Con queste parole Vittorio Gassman dichiarava il suo amore per l’arte della recitazione, per la vita e per il suo pubblico. Amore che il Bif&st ha voluto ricambiare in questa ottava edizione appena conclusasi dedicandogli la kermesse di quest’anno assieme a Dino Risi e Jacques Perrin e una mostra, nel perimetro esterno del Teatro Petruzzelli, che ha fatto da scenografia al red carpet e a tutti gli appuntamenti di questa edizione del Bari International Film Festival. Nel foyer poi del teatro alcune locandine dei suoi indimenticabili film.
Gassman è stato anche al centro di una retrospettiva ampia e articolata organizzata con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale e con la collaborazione di Rai Teche e Istituto Luce Cinecittà, che hanno proposto una vasta selezione dei film diretti da Dino Risi e interpretati da Vittorio Gassman, tra i quali, Il sorpasso, La marcia su Roma, I mostri In nome del popolo italiano, Profumo di donna e Tolgo il disturbo.

Un mattatore più unico che raro, non a caso quando si nomina Vittorio Gassman sui pensa all’attore per antonomasia un attore di cui Mario Soldati riuscì a cogliere e intercettarne l’evoluzione.
« Esistono due grandi categorie di attori. – dichiarò Soldati – Quelli che si trasformano di volta in volta, componendo il loro personaggio. E quelli, che al contrario, sono sempre loro stessi. Metterei nella seconda categoria Gary Cooper e Amedeo Nazzari . Metterei nella prima Marcello Mastroianni e Vittorio Gassman.»