Michele Emiliano ha deciso: resta nel Pd. «L’avrei voluto fare in assemblea ma il rispetto che ho per Rossi e Speranza non me l’ha consentito. Oggi vi ribadisco che mi candiderò alla segreteria del Pd. Questa è casa mia, casa nostra e nessuno può cacciarmi o cacciarci via», ha detto Emiliano intervenendo in direzione Pd. «Con Rossi e Speranza abbiamo condotto una riflessione comune, Enrico e Roberto sono persone perbene, di grande spessore umano che sono state offese e bastonate dal cocciuto rifiuto ad ogni mediazione. Renzi è il più soddisfatto per ogni possibile scissione». «Enrico, Roberto ed io abbiamo impedito al segretario di precipitare il Paese verso elezioni anticipate».

Poi Emiliano ha attaccato senza mezzi termini il segretario uscente: «La direzione potrebbe dare un’indicazione alla commissione ma lo dico con la stanchezza di chi ha compreso come andrà questa storia – ha detto il Governatore della Puglia – Renzi si è inventato un congresso con rito abbreviato da celebrare entro aprile, se facciamo i bravi entro la metà di maggio, mentre 1500 comuni vanno alle amministrative. Ci hanno impedito di svolgere bene la conferenza programmatica. Non vuole concedere agli avversari le feste dell’Unità come luogo di dibattito. Mi candido nonostante il tentativo del segretario uscente di vincere il congresso a ogni costo e con ogni mezzo, approfittando di aver gestito tutto il potere economico, politico e mediatico».

Pier Luigi Bersani, Roberto Speranza e i parlamentari della loro area invece non hanno cambiato idea e non hanno partecipato alla direzione. Di fatto, a quanto si apprende, sono così fuori dal partito e dissentono dalla scelta di Emiliano di sfidare Renzi alle primarie. È una scelta personale, sottolineano.