«Estate 1958: a Carpino ho avuto il mio primo, vero incontro con il cinema nel suo farsi, ero lì per Jules Dassin che girava “La legge” ed io dovevo scrivere un libro. Dassin era la passione di tutti i miei coetanei» con queste parole Cecilia Mangini racconta il suo colpo di fulmine con l’arte cinematografica e proprio alla Mangini il Bif&st ha dedicato in questi gironi non solo le proiezioni dei suoi lavori ma anche la mostra fotografica Dietro “La Legge”-Carpino, 1958 Backstage del film di Jules Dassin curata da Paolo Pisanelli.

L’esposizione ripercorre le origini del lavoro di fotografa di Cecilia Mangini, prima che si affermasse come cineasta. Un percorso, quello della mostra, che segue l’avventura fotografica di Cecilia Mangini: dalla la Puglia sospesa tra tradizione e consumismo, alle periferie milanesi, passando per la Firenze popolare. E ancora il Vietnam e il backstage del set del film “La legge” di Dassin, appunto, girato nell’entroterra garganico.
Secondo la Mangini essere fotografa significa spogliarsi delle idee preconcette e andare in cerca non della verità, ma di qualcosa di molto più profondo della verità, qualcosa di assolutamente nascosto e la fotografia rivela.

Insomma, il Bif&st non poteva perdere l’occasione di ricordare Cecilia Mangini, una delle figure più significative della storia del cinema italiano e inarrestabile pioniera del cinema del reale, che ha saputo raccontare, dalla fine degli anni Cinquanta alla metà dei Sessanta, un’Italia divisa tra boom economico e contraddizioni sociali.