È stato rievocato, durante questa edizione del Bif&st, in un incontro dedicato un episodio importante e complesso nella vita del poeta-regista Pier Paolo Pasolini: la contestazione della Mostra del Cinema di Venezia del 1968, anno in cui era in concorso il suo film Teorema.
Dopo la proiezione di Teorema (1968) e del cortometraggio Pier Paolo Pasolini: Cultura e società, realizzato da Carlo di Carlo nel 1967, alla tavola rotonda tenutasi presso il Multicinema Galleria, sono intervenuti Roberto Chiesi, Responsabile del Centro Studi – Archivio Pier Paolo Pasolini della Fondazione Cineteca di Bologna; David Grieco, regista del film La macchinazione, Francesco Maselli, cineasta che fu protagonista con Pasolini della contestazione del ’68 a Venezia e Italo Moscati, giornalista e regista. Il dibattito ha permesso ai presenti di ricostruire gli eventi delle due giornate di protesta che fecero slittare l’inaugurazione del XXIX edizione del Festival di Venezia del ‘68, una lotta contro l’establishment della manifestazione cinematografica portata avanti da cineasti e autori quali Cesare Zavattini, Liliana Cavani, Franco Solinas, Roberto Faenza al fine di ottenere una modifica dello Statuto della Mostra, risalente alla fondazione del Festival nel periodo fascista e da allora immutato. Pier Paolo Pasolini si trovò a dover fronteggiare da un lato i suoi amici autori, dall’altro i suoi produttori che volevano a tutti i costi che il film fosse presentato in concorso alla Mostra. Così il regista decise di ritirare il film, che partecipò ugualmente al festival per volontà dei produttori Franco Rossellini e Manolo Bolognini.
«Fu una mostra accesa quell’anno, con notevoli elementi di scandalo – ha ricordato Grieco – ma finalmente era un segnale che si stava uscendo dalle acque morte e dal pantano di un certo modo di certi ambienti culturali del mondo del cinema.»