A vent’anni dall’ultimo dei reati contestati e a dodici anni di distanza dalla prima udienza, si è concluso con 23 condanne il processo a carico del clan Velluto di Bari, per il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.

La sentenza è stata pronunciata dai giudici del Tribunale del capoluogo, che hanno inflitto agli imputati pene comprese tra i 3 anni e quattro mesi  e i 30 anni di reclusione.

I fatti sono avvenuti tra il 1998 ed il 2004. La sentenza è arrivata al termine di un procedimento lunghissimo. Tutti i singoli episodi di spaccio sono stati dichiarati prescritti, così come altri reati contestati. In 13 sono stati invece assolti “per non aver commesso il fatto” oppure prosciolti “per intervenuta prescrizione”.

Le pene più alte, a 30 anni di carcere, sono state disposte per Giovanni Fasano, Domenico Velluto e Pietro Simeone, ritenuti i promotori dell’organizzazione criminale dedita al traffico di droga, acquistata in Italia o all’estero, e poi rivenduta nei quartieri del capoluogo controllati dal clan: San Pasquale, Carrassi e Poggiofranco.

Condanne dai 20 ai 27 anni sono invece state inflitte nei confronti di undici affiliati, mentre quattro imputati sono nel frattempo deceduti. Tra questi c’è anche Francesco Vitale, pr e pusher morto a Roma nel febbraio 2023, dopo essere precipitato dal balcone di un’abitazione nel quartiere Magliana. Per il suo omicidio la Procura capitolina ha chiesto tre condanne a 18 anni. Il padre, Domenico Vitale, è stato invece condannato a 14 anni di reclusione.