Oltre 7 milioni di singole dosi di droga sottratte ad un’organizzazione internazionale che agiva sull’asse Italia-Albania per il mercato nazionale delle sostanze stupefacenti. Sottratti alle associazioni criminali proventi stimati in oltre 15 milioni di euro. La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito questa mattina, all’alba, 14 ordini di carcerazione emessi dalla procura generale di Bari nei confronti di altrettante persone residenti a Bari, Salerno e provincia. Si tratta di 9 cittadini italiani e 5 di nazionalità albanese per un’attività di indagine iniziata già nel 2016 e che ha portato nel frattempo al sequestro di oltre 2300 chili di droga tra marijuana, cocaina ed eroina. Nel corso del tempo, la complessa operazione della DIA, ha già permesso di infliggere condanne con pene variabili da 2 a 20 anni essendo stata riconosciuta dalla Cassazione, per alcuni condannati, l’aggravante della “transnazionalità” del reato di traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

L’operazione della Direzione Investigativa Antimafia è il risultato concreto dell’intenso lavoro svolto dalla Squadra Investigativa Comune (S.I.C.), organismo di cooperazione giudiziaria e di polizia, istituita per la prima volta il 10 luglio 2017 a Tirana tra la Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, la Procura per i Reati Gravi Albanese (SPAK) ed Eurojust.

L’operazione, già nel marzo del 2018, aveva portato alla disarticolazione di due potenti e distinte organizzazioni criminali, operanti tra Bari e provincia, con ramificazioni oltre che in Albania, in Sicilia, Campania, Calabria e Abruzzo dedite all’importazione dal paese delle aquile, via mare, di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente. Gli investigatori della D.I.A., infatti, hanno monitorato l’approvvigionamento di droga in Albania, il trasporto internazionale sempre avvenuto «via mare», lo sbarco avvenuto in stretta sinergia con le organizzazioni criminali pugliesi, i depositi ubicati a Bari e Provincia, il trasporto sull’asse «Puglia-territorio nazionale» effettuato via terra da corrieri italiani con «veicoli staffetta».

Le complesse indagini, effettuate con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, ambientali, video-riprese e servizi di osservazione pedinamento e controllo, avevano permesso, tra l’altro, di arrestare «in mare» a Polignano due scafisti provenienti dall’Albania con oltre una tonnellata di stupefacente ma anche corrieri italiani e depositi.