È rimasto vigile per tutta la durata dell’intervento ed ha risposto alle domande di una neuropsicologa, mentre i chirurghi gli rimuovevano un tumore al cervello grande quanto una pallina da ping pong. Si chiama “awake surgery”, una particolare operazione di neurochirurgia, in anestesia locale, con il paziente che resta sveglio e collaborativo. È stata eseguita per la prima volta al Policlinico di Bari, su un bambino di 12 anni, che aveva un grosso tumore localizzato nelle aree cerebrali che controllano la comprensione del linguaggio.

In sala operatoria, l’equipe del professor Francesco Signorelli, direttore dell’Unità Operativa di Neurochirurgia universitaria.

Prima dell’intervento, il piccolo ha eseguito una settimana di training neuropsicologico, gestito da un team di psicologi, al termine del quale si è dimostrato perfettamente capace di svolgere tutti i compiti che gli sarebbero stati riproposti durante l’operazione.

Una volta in sala operatoria, dopo una iniziale fase di sedazione, il bambino è stato svegliato e guidato nell’esecuzione dei diversi compiti di lettura e comprensione del linguaggio, dalla neuropsicologa Simona De Santis, ed ha completato tutte le fasi senza alcuna esitazione.

L’asportazione della lesione cerebrale è durata circa cinque ore. L’intervento è perfettamente riuscito, e il giovanissimo paziente non ha riportato alcun deficit cognitivo.