Un calo del 10% del Pil per 7 miliardi di ricchezza bruciata, una perdita stimata di oltre 18 mila posti di lavoro, 220 mila lavoratori in cassa integrazione, e poi ancora 18 mila famiglie che percepiscono il reddito di cittadinanza, 125.661 cittadini in totale (35 mila in più del 2019), con quasi un quarto delle famiglie in condizioni di povertà relativa. E’ la fotografia preoccupante della Puglia al tempo del Covid-19 scattata dalla Cgil.

Dai dati emerge che tra gennaio e settembre dello scorso anno sono state autorizzate 100 mila ore di cassa integrazione guadagni tra interventi ordinari, straordinari e in deroga. Circa la metà (47 mila) ha riguardato il settore dell’industria, 30 mila il commercio, oltre 15 mila le costruzioni, quasi 5 mila l’abbigliamento e i trasporti e telecomunicazioni.

Nel secondo trimestre 2020, prima fase della pandemia, i settori che hanno registrato il calo più significativo di occupati sono stati quelli del commercio, alberghi e ristoranti, -15,4% rispetto allo stesso periodo del 2019. Dal luglio a dicembre la task force regionale per l’occupazione ha gestito 54 fascicoli di crisi aziendali, con 8 mila lavoratori a rischio, il 40% dei quali nell’industria, ma il totale delle aziende seguite dalla task force riguarda circa 19 mila lavoratori.