I carabinieri di Molfetta hanno arrestato tre persone accusate di avere chiesto il ‘pizzo’ sparando colpi di pistola contro le auto di imprenditori edili e facendo esplodere un ordigno all’ingresso della sede di una società di costruzioni. Sono un 18enne, un 19enne e un 36enne accusati, a vario titolo, di tentata estorsione aggravata dall’uso delle armi in danno di due imprenditori edili, ricettazione aggravata, danneggiamento aggravato, uso e detenzione in luogo pubblico di armi comuni da sparo. Nei loro confronti il Gip di Trani, su richiesta della Procura, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le indagini erano state avviate il 14 marzo scorso dopo l’esplosione di colpi d’arma da fuoco contro i vetri di un’auto di un imprenditore edile della zona. Nove giorni dopo la stessa vittima subiva il danneggiamento di un fuoristrada in suo uso, centrato con 5 colpi di pistola. I militari riuscivano ad individuare il 36enne ed il 19enne indagando su minacce e richieste estorsive telefoniche da 50.000 euro all’imprenditore dopo i due attentati intimidatori.

I carabinieri sono risaliti ad una scheda sim, attivata a Napoli sebbene intestata ad un inesistente cittadino di origine africana, che risultava essere stata utilizzata su un cellulare, di proprietà di un familiare di uno degli arrestati. Il 2 maggio scorso, secondo l’accusa, il gruppo avrebbe realizzato un altro tentativo di estorsione facendo esplodere sulla soglia della porta d’ingresso della sede di una società di costruzioni un ordigno che causava il danneggiamento della struttura portante del portone d’ingresso. Le immagini di videosorveglianza consentivano di ricostruire quanto accaduto. Nel corso dell’attività investigativa emergevano le responsabilità del 18enne per il possesso di una pistola. Gli arrestati sono stati condotti nel carcere di Trani.