Il sostegno alla mediazione dei vescovi nella difficile situazione in Nicaragua. L’appello perché nella martoriata Siria, segnata dagli attacchi militari a Daraa, finiscano le sofferenze inflitte ai civili. La benedizione della “storica” ripresa dei colloqui di pace fra Etiopia ed Eritrea, “luce di speranza” per il Corno d’Africa e per tutto il continente. E l’invito a pregare per il prossimo incontro ecumenico a Bari per la pace in Medio Oriente e quindi per la distensione in tutta l’area. In un’assolata piazza San Pietro è stato un Angelus denso di appelli e di richiami alle varie crisi internazionali, quello pronunciato da un papa Francesco quanto mai intenzionato a far sentire la sua voce per la fine dei conflitti e la spinta al dialogo.

“Rinnovando la mia preghiera per l’amato popolo del Nicaragua – ha esordito il Pontefice subito dopo la recita della preghiera mariana – desidero unirmi agli sforzi che stanno compiendo i vescovi del Paese e tante persone di buona volontà, nel loro ruolo di mediazione e di testimonianza per il processo di dialogo nazionale in corso sulla strada della democrazia”. “Rimane grave la situazione in Siria – ha quindi proseguito -, in particolare nella provincia di Daraa, dove le azioni militari di questi ultimi giorni hanno colpito anche scuole e ospedali, e hanno provocato migliaia di nuovi profughi”.

“Rinnovo, insieme con la preghiera – ha aggiunto papa Francesco – il mio appello perché alla popolazione, già duramente provata da anni, siano risparmiate ulteriori sofferenze”. Il Santo padre ha voluto porre l’accento anche su una novità positiva. “In mezzo a tanti conflitti”, ha detto, “è doveroso segnalare una iniziativa che si può definire storica – e si può dire anche che è una buona notizia: in questi giorni, dopo vent’anni, i governi di Etiopia ed Eritrea sono tornati a parlare insieme di pace”. Il suo auspicio: “Possa tale incontro accendere una luce di speranza per questi due Paesi del Corno d’Africa e per l’intero continente africano”.

Dopo aver quindi assicurato la sua preghiera “anche per i giovani dispersi da oltre una settimana in una grotta sotterranea in Thailandia”, il Papa ha rivolto la sua attenzione all’ormai imminente incontro da lui convocato a Bari per il 7 luglio con i patriarchi cattolici dei riti del Medio Oriente, i leader ortodossi – certa la partecipazione del patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo – e protestanti. “Sabato prossimo mi recherò a Bari, insieme con molti capi di Chiese e comunità cristiane del Medio Oriente – ha affermato – Vivremo una giornata di preghiera e riflessione sulla sempre drammatica situazione di quella regione, dove tanti nostri fratelli e sorelle nella fede continuano a soffrire, e imploreremo a una voce sola: ‘Su di te sia pace!’. Chiedo a tutti di accompagnare con la preghiera questo pellegrinaggio di pace e di unità”.

A poco più di un’ora dall’Angelus, Francesco ha poi ribadito lo stesso concetto in un tweet: “Chiedo a tutti di accompagnare con la preghiera il pellegrinaggio che compiremo sabato prossimo a Bari per invocare pace sul martoriato Medio Oriente”.