Si dovranno incolonnare ben 1600 autoarticolati per svuotare completamente la nave carica di 50mila tonnellate di grano che da Vancouver ha impiegato oltre 40 giorni per raggiungere il porto di Bari. Per questo è scoppiata la #guerradelgrano organizzata da Coldiretti Puglia contro le importazioni continue e incontrollate di grano estero, proprio alla vigilia dall’avvio della raccolta di grano pugliese. Le staffette, partite dall’uscita del porto ‘Varco della Vittoria’, hanno seguito i primi camion carichi di grano estero che hanno raggiunto due stabilimenti a Melfi e a Corato.

«E’ necessario accelerare l’iter di entrata in vigore della legge sull’etichettatura obbligatoria del grano usato per fare la pasta – spiega il Presidente di Coldiretti puglia, Gianni Cantele – che risponde alle richieste di 8 italiani su 10 che la ritengono necessaria per smascherare l’inganno del prodotto straniero spacciato per italiano in una situazione in cui un pacco di penne e spaghetti su tre contiene prodotto straniero senza che si sappia. Il “grano giramondo” ha contribuito a far crollare del 48% i prezzi del grano pugliese che continua così ad essere colpito da una speculazione da 145 milioni di euro. A tanto ammontano le perdite subite dagli agricoltori del ‘granaio d’Italia’ per il crollo dei prezzi rispetto allo scorso anno, senza alcun beneficio per i consumatori».

Da pochi centesimi al chilo concessi agli agricoltori dipende la sopravvivenza della filiera più rappresentativa del Made in Italy mentre – denuncia la Coldiretti – dal grano alla pasta i prezzi aumentano di circa del 500% e quelli dal grano al pane addirittura del 1400%. «In altre parole un pacco di pasta su cinque – denuncia Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – prodotto in Italia è fatto con grano coltivato in Canada, dove viene fatto un uso intensivo del glifosate proprio nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato. Le importazioni di grano dal Canada rischiano di essere favorite dall’approvazione dell’accordo CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement) tra Unione Europea e Canada, primo esportatore di grano duro in Italia. Un accordo che dovrà essere ratificato dal Parlamento nazionale e contro il quale la Coldiretti è pronta a scatenare una mobilitazione senza precedenti per scongiurare l’azzeramento strutturale dei dazi indipendentemente dagli andamenti di mercato. In Canada sono usate 99 sostanze attive vietate nell’UE e gran parte di queste sono molecole risalenti agli anni ’70 vietate nell’UE da circa 20 anni».

L’Italia è il principale produttore europeo di grano duro, destinato alla pasta, che assume un’importanza rilevante data l’elevata superficie coltivata, pari a circa 1,3 milioni di ettari per oltre 4,8 milioni di tonnellate di produzione che si concentra nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano il 42% della produzione nazionale.