“Abbiamo la necessità di rilanciare e ribadire che quando parliamo di sanità parliamo della vita di tutti i cittadini pugliesi: da oggi parte un lungo percorso di mobilitazione che comincia con l’assemblea pubblica dei lavoratori della sanità svoltasi nell’aula Balestrazzi del Policlinico”. É quanto hanno dichiarato i Segretari Confederali di Cgil, Cisl, Uil, Pino Gesmundo, Daniela Fumarola e Aldo Pugliese. Una mobilitazione alla quale aderiscono anche Funzione Pubblica e Pensionati

Il percorso di Cgil Cisl e Uil è stato caratterizzato da diverse fasi: abbiamo approfondito (Confederazioni e Coordinamenti Funzione Pubblica, Pensionati, Medici) i contenuti della bozza del piano di riordino e fatto le nostre osservazioni e proposte a febbraio.

“In quella circostanza – spiega Fumarola –  il Governatore Emiliano ed il Dott. Gorgoni ci dissero che il nostro lavoro era a tal punto condivisibile che avrebbero potuto sottoscrivere il nostro documento. Se lo avessero fatto non avrebbero ricevuto le osservazioni del Ministero che ha evidenziato quanto il piano presentato dalla Regione Puglia fosse carente della riorganizzazione territoriale di emergenza urgenza, carente della organizzazione delle reti ed in particolare quelle delle malattie tempo dipendenti (patologie cardiovascolari, infarti ecc) in ragione delle complessità assistenziali.

“A tutto questo, – aggiunge Vitantonio Taddeo Segretario FNP Cisl Puglia Basilicata – si aggiunge l’urgenza di ridistribuzione dei posti letto su base territoriale in ragione della lettura dei dati epidemiologici, senza dimenticare che la media posti letto ogni 1000 abitanti, in Puglia, è molto inferiore alla media nazionale (3,4 contro 3,7) nonostante le tante emergenze sanitarie in atto. C’è poi l’annoso problema delle liste d’attesa che costringe alla mobilità passiva. Continuiamo a dire che occorre la contestuale conversione degli ospedali da chiudere con l’istituzione dei Presidi Territoriali di Assistenza (PTA) per rendere più appropriata l’offerta territoriale dei servizi. L’indicatore “famiglie impoverite” esprime, in termini percentuali, le famiglie residenti che, a causa delle spese sanitarie out of pocket (farmaci, case di cura, visite specialistiche, cure odontoiatriche, etc.) si sono impoverite scendendo al di sotto della soglia di povertà. A finire al di sotto della soglia di povertà a causa delle spese sanitarie out of pocket soprattutto le famiglie in Calabria con una quota dell’1,9% quantificabile in circa 15 mila nuclei familiari, Campania con una quota dell’1,5% pari a oltre 32 mila famiglie, e Puglia con una quota che si aggira all’1,4% coinvolgendo nel processo di impoverimento rispettivamente 22 mila nuclei familiari