La giunta di Bari ha approvato il progetto di fattibilità tecnico-economica per la riqualificazione a fini sociali della villa confiscata sita sul lungomare IX Maggio 62, a San Girolamo. L’intervento, dell’importo di 980mila euro, sarà candidato all’avviso pubblico regionale «Puglia Beni Comuni» per il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
Il progetto è stato presentato congiuntamente dalla vicesindaca e assessora alla Rigenerazione urbana e sociale, Giovanna Iacovone, e dall’assessore alla Legalità, Trasparenza e Antimafia sociale, Nicola Grasso. La villa sarà destinata a spazio civico multifunzionale per il progetto «Cicala».
L’intervento prevede ristrutturazione edilizia, consolidamento strutturale ed efficientamento energetico per trasformare l’immobile in uno spazio a destinazione mista residenziale e socio-culturale. Il progetto mira a garantire il riutilizzo sociale di un bene confiscato per promuovere inclusione e contrastare ogni forma di discriminazione attraverso attività di sviluppo locale.
La delibera approvata è il risultato di un percorso avviato a maggio scorso con il coinvolgimento di una rete di attori locali. È stato organizzato un open-day per consentire la visita del bene ad associazioni, enti del Terzo settore, cittadini e comitati di quartiere. Successivamente è stato pubblicato un avviso per individuare il soggetto partner dell’amministrazione comunale.
Il partenariato individuato è composto da Giosef Italy, Kenda ETS, Libera Bari, Manè Impresa Sociale e Mamme Contatto, con cui sono state condotte le sedute di co-progettazione per definire la proposta di intervento.
Il progetto «Cicala – la tana di prossimità della cultura euro-mediterranea» prevede la realizzazione di uno spazio civico multifunzionale attraverso l’apertura di sale attività, coworking, area comunitaria e infopoint territoriale. Saranno attivati servizi a bassa soglia rivolti a giovani, persone in condizione di marginalità sociale e soggetti fragili, oltre a una programmazione culturale comunitaria co-progettata con cittadini ed enti del Terzo settore.
La villa, che versa in condizioni di degrado da svariati anni, sarà oggetto di una profonda ristrutturazione finalizzata al miglioramento dell’efficienza energetica, alla riduzione dei consumi e delle emissioni di CO2 e al consolidamento statico. I lavori prevedono anche interventi di ridistribuzione interna, eliminazione delle barriere architettoniche e riqualificazione delle aree verdi esterne.
«Il percorso attivato per arrivare alla definizione del progetto Cicala – ha commentato Giovanna Iacovone – ben rappresenta la nostra idea di intervento per la rigenerazione fisica e sociale degli spazi e dei beni inutilizzati. In un quartiere come San Girolamo, l’eventuale finanziamento del progetto contribuirebbe in maniera significativa a dotarlo di nuove funzioni e possibilità».
«Quella che era la villa di un boss – ha aggiunto Nicola Grasso – ci auguriamo possa diventare uno spazio laboratoriale di formazione, crescita e innovazione sociale, rivolgendo le proprie attività in particolare ai segmenti più fragili della popolazione giovanile. È questo l’obiettivo della riconversione a fini sociali dei beni confiscati».
Lo spazio civico mira a realizzare tre macro-obiettivi: rafforzare la coesione civica e la capacità progettuale del territorio, attivare processi di internazionalizzazione e formazione giovanile in ambito euro-mediterraneo con percorsi Erasmus+ e volontari ESC, e aumentare l’accesso alla cultura di prossimità nei contesti urbani fragili.
Il progetto agisce su quattro assi di svantaggio: economico, geografico, educativo e socio-culturale, secondo una strategia che mira a creare condizioni strutturali affinché gli utenti diventino protagonisti del cambiamento. Gli ambienti saranno multifunzionali e configurabili per diverse attività, mentre la copertura della struttura sarà trasformata in un ambiente panoramico con vista sul waterfront di San Girolamo.
