Resta in carcere l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, arrestato il 26 febbraio scorso, nell’ambito dell’inchiesta “Codice Interno”, coordinata dalla DDA di Bari.

Così ha stabilito il Gup del Tribunale del capoluogo, Giuseppe De Salvatore, respingendo la richiesta di trasferimento ai domiciliari presentata dagli avvocati dell’uomo, sulla base delle pronunce della Cassazione sugli altri coimputati. Prima della decisione del giudice, anche la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari aveva espresso parere negativo.

Olivieri si trova in un reparto di alta sicurezza del carcere di Lanciano. È accusato di associazione a delinquere finalizzata al voto di scambio politico-mafioso.

Rappresenta una delle figure chiave dell’inchiesta antimafia che ha fatto luce sui presunti legami tra criminalità organizzata barese, politica e mondo dell’imprenditoria. In particolare, secondo la tesi dell’accusa, l’ex consigliere regionale avrebbe comprato voti dai clan Parisi, Strisciuglio e Montano per far eleggere in consiglio comunale la moglie, Maria Carmen Lorusso, candidata alle amministrative di Bari del 2019.

La donna, che venne poi effettivamente eletta, è tornata in libertà alcuni giorni fa, dopo aver trascorso otto mesi ai domiciliari nell’ambito della stessa inchiesta.

La difesa di Olivieri ha già annunciato che presenterà appello.