Via libera del Consiglio regionale della Puglia alle due proposte di indire un referendum popolare per abrogare la legge sull’Autonomia Differenziata.
Dopo Campania, Emilia Romagna, Toscana e Sardegna, ora sono 5 le Regioni di centrosinistra che chiedono alla Corte Costituzionale di dare agli elettori la possibilità di esprimersi sulla riforma Calderoli. Il consiglio pugliese si era già pronunciato favorevolmente lo scorso luglio ma per un errore formale non erano stati indicati i nomi dei delegati a depositare i quesiti, dunque le proposte sono tornate nuovamente in aula. La richiesta di indire un referendum per l’abrogazione totale della legge ha ricevuto 30 voti favorevoli e 12 contrari. 290 gli emendamenti presentati dalle opposizioni, in gran parte ritenuti inammissibili. Gli altri sono stati respinti oppure soppressi attraverso un altro emendamento. Votata come consigliera delegata effettiva Grazia Di Bari e come supplente Paolo Campo. La richiesta di referendum per l’abrogazione parziale della legge ha ricevuto invece 29 voti favorevoli e 9 contrari. 292 gli emendamenti presentati, quasi tutti ritenuti inammissibili. Il consigliere delegato effettivo è in questo caso Sergio Clemente, il supplente Lucia Parchitelli. Soddisfazione per l’esito del voto è stata espressa dal presidente della Regione, Michele Emiliano.

Esulta anche il Movimento 5 Stelle, in prima linea nella battaglia “contro una riforma che aggraverebbe le disuguaglianze tra Nord e Sud” dicono dal gruppo regionale. “Non è percorribile alcuna autonomia – spiegano i pentastellati – senza prima aver definito i LEP, i livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi su materie come sanità, trasporti, istruzione e assistenza sociale. Ancora una volta a pagare sarebbero i cittadini più deboli”. Da Forza Italia sottolineano, invece, il dato politico della votazione. “Con un colpo a sorpresa in aula, apprendiamo del ritorno alla corte di Emiliano del M5S, con l’elezione, in quota della maggioranza, del delegato per il referendum sull’Autonomia Differenziata (la collega Grazia Di Bari). Un ripensamento scontato, prevedibile e previsto”. “Buon per loro – concludono i forzisti – meno per i pugliesi che ormai assistono ad un costante e sbiadito valzer delle poltrone senza alcun risultato concreto per la comunità”